Ultime notizie

L'INFORMAZIONE IN BREVE

Aggiornamento dell'Anagrafe Nazionale degli Studenti per l'anno scolastico 2025/2026

Corsi sulla sicurezza per i docenti

La Consip ha avviato  la prima gara nazionale per i Viaggi d'istruzione

Firmata l’ipotesi del CCNI del FMOF anno scolastico 2025/2026

Gli incarichi legali nella PA sono appalti pubblici

Compensi agli ATA per la gestione delle pratiche pensionistiche

Corte di Giustizia europea: gli anni di insegnamento nelle scuole paritarie non valgono per la ricostruzione di carriera

Espero, nuovo comparto di investimento  denominato “Dinamico”

 

Con rilascio di Attestato  a norma di legge

La Casa Editrice Euroedizioni Torino organizza un corso in modalità webinar sulla sicurezza per i datori di lavoro del comparto scuola  in conformità all’obbligo previsto dal nuovo Accordo Stato/Regioni del 17 aprile 2025, con il rilascio di regolare attestato a norma di legge. Il corso avrà la durata di 16 ore.  Sono previste 2 lezioni di 2 ore e 4 lezioni di 3 ore.

Il corso avrà inizio  Giovedì 23 ottobre 2025, alle ore 17,00

 

Relatori:  Le lezioni saranno tenute dalla  D.ssa Antonietta Di Martino e Ing. Paolo Pieri autori del testo SALUTE e SICUREZZA NELLA SCUOLA  Edito da Euroedizioni

 

Costo di iscrizione:  La quota di partecipazione al corso è stabilita in 200,00 euro. 

Nel costo del corso è compreso il rilascio dell'Attestato  a norma di legge, una copia del manuale a cura di Di Martino e Pieri: SALUTE e SICUREZZA nella SCUOLA  - Guida tecnica e strumento per adempiere agli obblighi e organizzare la sicurezza  Euroedizioni Torino 2023

L'accesso alla modulistica  in formato digitale collegandosi al sito  www.euroedizioni.it/modulistica-sicurezza.

Come ogni anno, le istituzioni scolastiche — statali e paritarie — hanno a disposizione un’importante opportunità per sostenere l’aggiornamento e la formazione del personale: il rimborso per l’acquisto di abbonamenti a quotidiani, periodici, riviste scientifiche e di settore (anche in formato digitale).

Il contributo è stato reso stabile, e non più temporaneo, conformemente all’art. 1, comma 389 della legge 160/2019, come modificato dall’art. 1, comma 320 della legge 213/2023.

La grande novità: il contributo è collegato all’anno scolastico (non più all’anno solare) e vale per tutte le scuole, senza distinzione di ordine o grado.

Periodo per presentare la domanda: dal 10 dicembre 2025 al 16 marzo 2026

Le domande devono essere firmate digitalmente dal Dirigente scolastico e indirizzate al Dipartimento per l’informazione e l’editoria.

Che anno scolastico sarà il 2025/2026?
Tra ritorni al passato e nuove incognite: la scuola italiana alla prova della riforma.

Editoriale a cura di Vittorio Venuti

Non si può dire che la riforma non sia partita. Un passo dopo l’altro, a balzelloni, è stato ridisegnato il quadro complessivo dell’istruzione, una sorta di mosaico che si è composto un po’ alla volta e che ha suscitato diffuse perplessità, critiche, prese di posizione, un po’ perché alcune novità sono state introdotte senza tener conto che si stava bypassando l’autonomia riconosciuta alle istituzioni scolastiche, un po’ perché si sono evidenziate per lo spirito sanzionatorio che le sosteneva - in un ambiente che, di contro, privilegia l’aspetto educativo delle norme -, un po’ perché intenzionalmente orientate alla modificazione e sostituzione di documenti fondamentali (vedi: la proposta di riforma delle indicazioni nazionali 2025 per la scuola primaria), un po’ per l’evidente slittamento della organizzazione scolastica verso un passato rigenerato e inteso come la vera panacea per una scuola in disarmo (vedi la riforma dell’esame di Stato): tornare al passato guardando al futuro, un passato in cui il sacrificio, la disciplina e il merito si evidenziano come rimedi educativi indispensabili. Sarà così che la scuola, che noi stessi abbiamo definito in rotta verso il fallimento, si salverà e guiderà saldamente i nostri giovani verso un ridente avvenire?

Non possiamo che augurarcelo. Resta comunque più di qualche dubbio su quali intenzioni abbiano mosso la riforma in corso. L’ideologia che si intravvede suscita più di una qualche inquietudine, specialmente perché non si percepisce alcun chiaro riferimento socio-psicopedagogico, perché non mostra di avere validi riferimenti teorici. Si agisce senza far tesoro della storia della scuola, che si pensava definitivamente disancorata dalla riforma Gentile del 1923, anche perché i tempi non sono più gli stessi. È pur vero, però, che i tempi minacciano, ahimè, di esercitare la regola dei “corsi e ricorsi storici” di Vico.

Argomenti

Che anno scolastico sarà il 2025/2026?
Non si può dire che la riforma non sia partita. Un passo dopo l’altro, a balzelloni, è stato ridisegnato il quadro complessivo dell’istruzione, una sorta di mosaico che si è composto un po’ alla volta e che ha suscitato diffuse perplessità, critiche, prese di posizione, un po’ perché alcune novità sono state introdotte senza tener conto che si stava bypassando l’autonomia riconosciuta alle istituzioni scolastiche, un po’ perché si sono evidenziate per lo spirito sanzionatorio che le sosteneva - in un ambiente che, di contro, privilegia l’aspetto educativo delle norme...
Editoriale a cura di... Vittorio Venuti

Divieto dell’utilizzo dei cellulari in classe: un modello possibile
È nell’autonomia delle singole istituzioni scolastiche individuare le misure organizzative e didattiche atte ad assicurare il rispetto del divieto. Proponiamo un possibile schema di regolamento di disciplina.
Pasquale Annese

Infortunio di un dipendente: quando è esclusa la responsabilità del datore di lavoro?
L’evoluzione giurisprudenziale in materia di infortuni sul lavoro e il concetto di “area di rischio”.
Antonietta Di Martino

Argomenti

Il bullismo, il cyberbullismo e gli effetti sul voto di condotta dello studente
Gli atti di bullismo possono essere anche sanzionati sul piano disciplinare ma ciò deve essere regolamentato e per la piena legittimità seguire l’iter previsto dal D.P.R. 235/2007.
Anna Armone

L’indennità di direzione del funzionario EQ
La nuova disciplina introdotta con il CCNL 2019/2021.
Maria Rosaria Tosiani

Visite medico collegiali del personale ATA
Le richieste  devono essere inoltrate dalle Amministrazioni direttamente all’INPS per il tramite del proprio portale.
Luciana Petrucci Ciaschini

Livelli, soggetti e materie di relazioni sindacali
Regole e modalità di contrattazione d'istituto.
Carmelo Febbe - Angelo Orsingher

Si può regolamentare il volo delle farfalle?

Editoriale di Ivana Summa

Ho appena terminato di leggere i contributi che vengono pubblicati in questo primo numero che coincide con un nuovo anno scolastico e voglio riprendere alcuni passaggi fondamentali non per appropriarmene, ma per utilizzarli come categorie interpretative del cambiamento che continua ad abbattersi sul nostro sistema scolastico. Così, per il titolo, mi sono ispirata ad un passaggio del contributo di Stefano Stefanel dal titolo “Insegnanti e digitale”. Tale passaggio riguarda l’apprendimento informale, spesso non considerato dalla scuola e che, ormai da alcuni anni, è sempre più apprendimento dal digitale; infatti, scrive: “L’apprendimento informale oggi è per lo più digitale; quando ero bambino io era solamente esperienziale… la questione non è dunque che ruolo dare al digitale nella scuola, anche perché ce l’ha già: è una delle otto competenze chiave. Quello che si dovrebbe fare è, invece, capire entro quali spazi inserire spazi formativi, informativi, progettuali, programmatici. Compito che – a questo punto e con la macchina dell’Intelligenza Artificiale a pieno regime – non ha alcun senso realizzare per via regolamentare o per via curricolare. Scrivere oggi sul digitale e la digitalizzazione regolamenti d’istituto è perdere tempo e cercare di regolamentare il volo delle farfalle…”.

La questione rappresenta una categoria – quella del regolare, normare, regolamentare tutti gli ambiti educativi e didattici, terreno di autonomia scolastica e libertà professionale dei docenti – che sta prendendo piede nelle nostre scuole partendo dall’ipotesi che le farfalle – le nostre scuole e i nostri docenti – possano/debbano viaggiare in un’unica direzione e con un’unica coreografia. Ed è sotto gli occhi di tutti noi il profluvio di decretazione ministeriale che, anche durante l’estate, ci ha inondato. E, tanto per citarne alcuni, ricordiamo il divieto d’uso del cellulare durante tutto l’orario scolastico, le Linee guida per l’introduzione dell’Intelligenza Artificiale nelle Istituzioni scolastiche e le nuove disposizioni che regolamentano l’esame conclusivo del 2° ciclo d’istruzione, nostalgicamente denominato di “maturità”. È possibile fare formazione sull’utilizzo del digitale senza avere a disposizione i dispositivi; ignorare la presenza trasversale e pervasiva del digitale nella nostra vita quotidiana senza pensare alla necessità di progettare e sperimentare una didattica ibrida; e, infine, esiste davvero qualche professionista in grado di certificare seriamente la maturità di una persona a 19 anni?

EDITORIALE Ivana Summa

Si può regolamentare il volo delle farfalle?
Ho appena terminato di leggere i contributi che vengono pubblicati in questo primo numero che coincide con un nuovo anno scolastico e voglio riprendere alcuni passaggi fondamentali non per appropriarmene, ma per utilizzarli come categorie interpretative del cambiamento che continua ad abbattersi sul nostro sistema scolastico...

TEMI E PROBLEMI DI SCUOLA: l’attualità

L’orgoglio pedagogico nelle professioni educative: difendere la dignità professionale in un tempo di sfiducia  Andrea Porcarelli

Le CdP di apprendimento come dispositivo di innovazio­ne scolastica Emanuela Elba

Scuola e tecnologie digitali Bruno Lorenzo Castrovinci

TEMI E PROBLEMI DI SCUOLA: riflessioni

La Casa Editrice EUROEDIZIONI propone un corso di formazione on line  dal taglio pratico ed operativo destinato ai Dirigenti scolastici anche di nuova nomina per metterli in condizione di svolgere con competenza e professionalità i delicati compiti che la funzione dirigenziale gli assegna.

ll corso si articola in 13 webinar per complessive 26 ore di formazione.

I corsisti possono porre quesiti e richieste di chiarimento. Durante il corso saranno proposte esercitazioni pratiche anche sugli specifici adempimenti.

I corsisti potranno  fruire ed utilizzare i materiali che saranno prodotti durante i webinar.

Le lezioni possono essere ascoltate anche in differita quando si vuole e per il tempo che si vuole. I contenuti del corso sono esplicitati nell'allegato elenco.

I temi che abbiamo scelto da trattare sono prettamente tecnici sotto il profilo pratico  amministrativo e contabile dove le difficoltà soprattutto per i nuovi dirigenti possono essere più rilevanti.

Data di inizio del corso

Il corso avrà inizio il 30 settembre 2025, con la prima lezione, a partire dalle ore 17, in modalità webinar  . A coloro che effettueranno l'iscrizione sarà inviato il LINK di collegamento e il programma completo con le date delle lezioni

Il corso costa solo 130,00 euro.

L'INFORMAZIONE IN BREVE

Linee guida per l’introduzione dell’Intelligenza Artificiale nelle scuole

Piano nazionale anticorruzione 2025: fino al 30 settembre la consultazione on line

Bonus psicologo 2025: riapre la procedura per presentare le domande

Partecipazione alle Prove INVALSI 2025

Gestione pubblica: dal 1° ottobre 2025 cambiano le modalità di aggiornamento delle posizioni assicurative

Contingente del personale scolastico da destinare all’estero a.s. 2025/26

Gli anni di insegnamento nelle scuole paritarie non valgono per la ricostruzione di carriera

La Casa Editrice EUROEDIZIONI propone un corso di formazione on line  dal taglio pratico ed operativo destinato ai Direttori amministrativi anche di nuova nomina e agli Assistenti amministrativi facenti funzioni  per metterli in condizione di svolgere con competenza e professionalità i delicati compiti che il profilo gli assegna.

ll corso si articola in 12 webinar per complessive 24 ore di formazione. I corsisti possono porre quesiti e richieste di chiarimento. Durante il corso saranno proposte esercitazioni pratiche anche sugli specifici adempimenti.

I corsisti potranno  fruire ed utilizzare i materiali che saranno prodotti durante i webinar. Le lezioni possono essere ascoltate anche in differita quando si vuole e per il tempo che si vuole. I contenuti del corso sono esplicitati nell’allegato elenco.

Scuola dritta verso il fallimento?

Editoriale a cura di Vittorio Venuti

Quanto e per come la si voglia mettere, sembra proprio che la scuola viaggi dritta verso il fallimento. Le statistiche parlano chiaro: da circa vent’anni il numero di scuole è in diminuzione. Si attribuisce principalmente la colpa al calo demografico, in qualche modo parzialmente contenuto in ragione del fenomeno migratorio, ma non possiamo dimenticare che la grossa sforbiciata sia conseguenza delle due nefaste operazioni che hanno interessato il sistema d’istruzione in due tempi diversi, la prima nota col nome di “razionalizzazione” e l’altra col nome di “dimensionamento”, in ogni caso due eufemismi per dire “tagli” e far sparire migliaia di scuole senza, peraltro, un chiaro risconto “razionale”, visto anche l’irrazionale abbandono di molte aree geografiche. Tagli netti, che hanno riguardato, oltre le scuole, le figure dei dirigenti scolastici e dei direttori SGA, con parallelo appesantimento del carico di responsabilità di altri dirigenti e direttori costretti ad assumere la responsabilità gestionale e amministrativa di plessi scolastici anche territorialmente distanti tra loro e, in molte situazioni, anche numericamente consistenti, di fatto vanificando la declinazione della leadership educativa del capo d’istituto e, giocoforza, incidendo notevolmente anche sul versante didattico.

Dal report fornito dal MIM relativo all’anno scolastico 2024-2025 rileviamo che le istituzioni scolastiche statali funzionanti quest’anno sono state 7.600, di cui 7.437 sono scuole e 127 sono Centri per l’Istruzione degli Adulti (CPIA). Un numero, questo delle scuole, che racconta della situazione che si è venuta a determinare in seguito alla razionalizzazione e al dimensionamento che le ha interessate a partire dall’anno 2001, se consideriamo che, nel 2000 –2001, il numero delle istituzioni scolastiche era di 11.592 e che, dieci anni dopo, nel 2011-2012, si riduceva a 9.139 e che, nel 2021-2022, si ridimensionava ancora a 8.511, per attestarsi a 7.600 nell’anno appena concluso. Il calo è progressivo ed è lecito pensare che andrà a farsi sempre più sostenuto.

A fronte di un calo così pesante del numero delle istituzioni scolastiche, per contro si registra un incremento notevolissimo di alunni con disabilità, ben 362.115, numero che sembra destinato a crescere con non poche ripercussioni nella gestione delle classi, nelle quali sono sempre più presenti alunni con fragilità, certificati e non.

Argomenti

Scuola dritta verso il fallimento?
Quanto e per come la si voglia mettere, sembra proprio che la scuola viaggi dritta verso il fallimento. Le statistiche parlano chiaro: da circa vent’anni il numero di scuole è in diminuzione. Si attribuisce principalmente la colpa al calo demografico, in qualche modo parzialmente contenuto in ragione del fenomeno migratorio, ma non possiamo dimenticare che la grossa sforbiciata...
Editoriale a cura di... Vittorio Venuti

Prevenzione e contrasto del bullismo e del cyberbullismo
Pubblicato il Decreto legislativo n. 99 del 12 giugno 2025, attuativo della delega in materia di bullismo e cyberbullismo.
Anna Armone

Le attività di inizio anno scolastico
Una sintesi degli adempimenti su aspetti fondamentali di programmazione e gestione.
Maria Rosaria Tosiani

Cosa fare quando cambia il Dirigente scolastico
Una sintesi degli adempimenti su aspetti fondamentali di programmazione e gestione.

Argomenti

A settembre i nuovi Funzionari dell'elevata qualificazione
Dalla nomina a tempo indeterminato si è passati agli incarichi di durata triennale. Perchè?
Rocco Callà

Il piano delle attività del personale ATA per l'anno scolastico 2025/2026
E' compito del Direttore SGA proporre al Dirigente per l'approvazione con l'inizio dell'anno scolastico il piano delle attività del personale ATA.
Maria Rosaria Tosiani

La delega di funzioni al Direttore SGA
La delega come processo organizzativo.
Rocco Callà

Il rapporto del lavoro agile con il piano delle attività del personale ATA
Maria Rosaria Tosiani

Adesione al fondo espero e silenzio-assenzo per i neoassunti

L'INFORMAZIONE IN BREVE

Accordo Corte dei Conti - INPS per il contrasto alle indebite percezioni

Convocazione del GLO: errore nella pubblicazione sul registro elettronico

Corsi di specializzazione nel sostegno online per docenti con titolo estero

Qualificazione delle stazioni appaltanti: nuove indicazioni generali e chiarimenti

Il Garante dice no alle impronte digitali per la rilevazione presenze

Assunzioni a tempo indeterminato 2025/2026 - obbligo di accettazione entro 5 giorni

Fondo di garanzia: esteso il servizio di trasmissione delle domande

Argomenti

Da un lato il “non parere” del CSPI, dall’altro il “Codice etico”
Nuove Indicazioni Nazionali 2025: il CSPI palesa le molte criticità ma, contrariamente al suo solito e a quel che sarebbe il suo compito istituzionale, non esprime alcun parere, lasciando le Indicazioni a penzolare nel vuoto. Nella votazione finale, il Consiglio ha ritenuto, a maggioranza, di non pronunciarsi né a favore né contro, rimandando le proprie valutazioni alle osservazioni e proposte contenute nel testo predisposto e inviato al Ministro.
Editoriale a cura di... Vittorio Venuti

Il casus belli del frazionamento artificioso nei progetti FSE/PON/PNRR
Pasquale Annese 

Bambini che fuggono dalla scuola: responsabilità e misure preventive
Le responsabilità, gli obblighi e gli accorgimenti per la prevenzione.
Antonietta Di Martino e Paolo Pieri

Il consenso informato alle attività educative in tema di sessualità
Analisi critica del DDL governativo.

Gianluca Dradi

Da un lato il “non parere” del CSPI, dall’altro il “Codice etico”

Editoriale a cura di Vittorio Venuti

Nuove Indicazioni Nazionali 2025: il CSPI palesa le molte criticità ma, contrariamente al suo solito e a quel che sarebbe il suo compito istituzionale, non esprime alcun parere, lasciando le Indicazioni a penzolare nel vuoto. Nella votazione finale, il Consiglio ha ritenuto, a maggioranza, di non pronunciarsi né a favore né contro, rimandando le proprie valutazioni alle osservazioni e proposte contenute nel testo predisposto e inviato al Ministro. Si è verificata, quindi, una situazione anomala che non si può non leggere come un cedimento al MIM dei poteri del CSPI, a giudicare anche delle numerose e pesanti criticità rilevate in buona parte dei contenuti del testo e che disegnano un quadro preoccupante di illegittimità.

Quel che ci si aspetterebbe è che il MIM riesaminasse diligentemente la situazione che si è venuta a creare e tornasse ad analizzare il testo con a fronte i rilievi del CSPI e con la sincera intenzione di rivedere il tutto o, stante le difficoltà che si appaleseranno, di annullarlo.

Intanto, salutiamo con sana curiosità e sincero apprezzamento, l’intenzione del Ministero di produrre il “Codice etico” che conterrà le indicazioni di comportamento del personale scolastico in merito all’uso dei social media. Il codice, si comunica, è già stato sottoposto a una commissione di giuristi e sarà in linea con il già esistente “Codice di comportamento nazionale dei dipendenti pubblici”, già modificato nel 2023, al fine di evitare contestazioni sindacali o in ordine alla libertà di espressione.

Argomenti

Visite mediche collegiali ed utilizzazioni in altri compiti personale docente
Come muoversi rispetto agli adempimenti connessi agli accertamenti sanitari dell'inidoneità fisica all'impiego.
Luciana Petrucci Ciaschini

IPA Indice dei domicili digitali della Pubblica Amministrazione
La comunicazione digitalizzata tra e con le Pubbliche Amministrazioni inizia dall’IPA che identifica gli Enti pubblici e ne indica il domicilio digitale. Ecco come tenerlo aggiornato in base alle indicazioni dell’AgID.
Rosanna Baldassa

Le direttive che il Dirigente deve fornire al Direttore SGA per l'organizzazione dei servizi cui è preposto
Un adempimento propedeutico e necessario per la predisposizione del piano delle attività del personale ATA.
Rocco Callà

Il passaggio di consegne tra funzionari amministrativi
Il passaggio delle consegne in caso di cessazione dell'incarico è atto dovuto.
Carmelo Febbe Angelo Orsingher

La riforma della giustizia contabile e delle funzioni di controllo
“Una riforma libera tutti”. Considerazioni sul Disegno di legge “Foti”

Editoriale di Anna Armone
Direttore Responsabile

La scuola italiana è inserita fra le amministrazioni pubbliche sottoposte al regime dei controlli, ma soprattutto tutti i dipendenti scolastici, dal dirigente al collaboratore scolastico sono passibili di giudizio davanti alla Corte dei conti per responsabilità amministrativa. Ed è su questa parte della riforma della Corte dei conti(1) che mi soffermerò.

Nel corso del periodo pandemico la responsabilità erariale per colpa grave è stata “sospesa” per facilitare l’azione delle Amministrazione in un periodo di grave difficoltà operativa. Infatti, l’art. 21 del d.l. n. 76 del 2020 prevedeva per la prima volta il cosiddetto “scudo erariale”, escludendo la responsabilità per colpa grave dei funzionari pubblici e introducendo, invece, ipotesi di responsabilità omissiva. Tale previsione è stata più volte rinnovata, nel periodo 2021-2023, per la necessità di favorire la spesa delle risorse del PNRR e per accelerare l’azione amministrativa. Da ultimo in occasione del rinnovo il legislatore ha fatto espresso riferimento alla necessità di “riformare la responsabilità erariale” con uno complessivo intervento di sistema.(2)

EDITORIALE Ivana Summa

On ne change pas l’école par décret
Le radicali trasformazioni del mondo nel quale  viviamo, che contiene chiari segni delle future e ancora più rapide trasformazioni,  esigono altrettanti radicali cambiamenti nei nostri modi di ri-pensare tutti gli ambiti della società: l’economia, l’occupazione, la comunicazione, la cultura, la scuola, la salute, l’ambiente.

TEMI E PROBLEMI DI SCUOLA: l’attualità

L’esame di “maturità” come rito di passaggio: una lettura pedagogica tra competenze personali e cittadinanza attiva Andrea Porcarelli

Considerazioni sugli esami di maturità Gian Carlo Sacchi

A scuola di presente e di futuro: l’importanza delle competenze socio-emotive Eva Raffaella Nicolò

TEMI E PROBLEMI DI SCUOLA: riflessioni

La riforma della giustizia contabile e delle funzioni di controllo
Editoriale: di Anna Armone

La scuola italiana è inserita fra le amministrazioni pubbliche sottoposte al regime dei controlli, ma soprattutto tutti i dipendenti scolastici, dal dirigente al collaboratore scolastico sono passibili di giudizio davanti alla Corte dei conti per responsabilità amministrativa. Ed è su questa parte della riforma della Corte dei conti che mi soffermerò.

Il difficile percorso del PNRR per il settore dell’istruzione di Renato Loiero

L’Europa dei diritti di Licia Califano

Il sistema di istruzione in Europa: la Germania di Maurizia Maiano

On ne change pas l’école par décret

Editoriale di Ivana Summa

Le radicali trasformazioni del mondo nel quale  viviamo, che contiene chiari segni delle future e ancora più rapide trasformazioni,  esigono altrettanti radicali cambiamenti nei nostri modi di ri-pensare tutti gli ambiti della società: l’economia, l’occupazione, la comunicazione, la cultura, la scuola, la salute, l’ambiente. Esigenze  che  oggi sono  espresse ed intercettate  in forme  molto confuse e contraddittorie, tanto da generare un’incertezza  del tutto nuova e particolare perché  i modi di pensare restano, nonostante tutto, ancorati a quelli del passato. È paradossale, ma sta accadendo che si vogliono affrontare fenomeni nuovi e problemi vecchi negando le evidenze che la realtà ci mostra in tutta la sua crudeltà e cercando le soluzioni nel passato che appare perfetto e rassicurante. La lezione della pandemia di Covid 19 non è stata di nessuna utilità? Abbiamo dimenticato quanto ci è stata utile la tecnologia che ci ha consentito di continuare a lavorare, a studiare, ad avere relazioni; ha rinnovato lo spirito di sacrificio e di impegno, mobilitando le competenze professionali distribuite in tutto il mondo attraverso collaborazioni a diversi livelli. Tutti, specie  gli esperti e i politici, sembrava avessero capito che, passata l’emergenza, era necessario implementare innovazioni di sistema in grado di affrontare un futuro che appariva e continua ad apparire  sempre più inatteso e distopico. Le utopie, qui intese come ideali di un futuro migliore, non sono più di moda e, a quanto pare, è passata in subordine l’idea e la pratica di una via democratica alla visione del futuro, che si realizza come partecipazione consapevole a cambiamenti necessari.

Argomenti

Il pagamento dei compensi del mof a.s. 2024/2025. Gli adempimenti delle segreterie scolastiche
Maria Rosaria Tosiani

PNRR a costi semplificati: indicazioni per l’invio delle rendicontazioni
Indicazioni pratiche per la gestione in piattaforma FUTURA PNRR dell’invio della rendicontazione intermedia e finale dei progetti PNRR a costi semplificati.
Rosanna Baldassa

I chiarimenti dell'Agenzia delle Entrate sulle detrazioni fiscali
Il riordino delle detrazioni fiscali e le detrazioni delle spese scolastiche per l'istruzione dei figli.
Marta Brentan

Pagamento delle ferie non godute al personale a tempo determinato
La normativa pone a carico del datore di lavoro l’onere di assicurarsi che il lavoratore sia messo in condizione di esercitare il diritto alle ferie retribuite. Modulistica e adempimenti.
Raffaella Scibinico

Il ritorno delle Nuove Indicazioni Nazionali

Editoriale a cura di Vittorio Venuti

Eccola di nuovo la bozza delle "Indicazioni Nazionali per il curricolo - Scuola dell’infanzia e Scuole del Primo ciclo di istruzione", rivista e trasmessa al Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione per il prescritto parere. “Il nuovo testo” - si avverte - è meno ‘tecnico’, più breve, chiaro e fruibile da parte di un pubblico allargato che potrà cogliere con esplicitezza i capisaldi culturali delineati nel progetto delle Nuove Indicazioni Nazionali”.

Il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, conferma che si tratta di “riforma pensata per i nostri giovani, per abituarli ad esprimersi correttamente, ad essere chiari, a saper ragionare, a sviluppare creatività e sensibilità. Per imparare meglio la matematica. Per conoscere la nostra storia e, dunque, avere un’identità. Per conoscere la geografia e il mondo in cui vivono”.

Per dovere di cronaca riportiamo le “Diverse innovazioni introdotte”:

Argomenti

Il ritorno delle Nuove Indicazioni Nazionali
Eccola di nuovo la bozza delle "Indicazioni Nazionali per il curricolo - Scuola dell’infanzia e Scuole del Primo ciclo di istruzione", rivista e trasmessa al Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione per il prescritto parere. “Il nuovo testo” - si avverte - è meno ‘tecnico’, più breve, chiaro e fruibile da parte di un pubblico allargato che potrà cogliere con esplicitezza i capisaldi culturali delineati nel progetto delle Nuove Indicazioni Nazionali”.
Editoriale a cura di... Vittorio Venuti

Il destino della leadership scolastica
Riflessioni sul ruolo strategico e condiviso del dirigente scolastico tra burocrazia, autonomia incompiuta e sfide della leadership partecipativa.
Michela Lella

Il riferimento normativo principale è il Decreto Legislativo n. 62 del 2017, che disciplina le modalità di svolgimento dell’Esame di Stato. Le date fondamentali per il 2025 sono:

  • 16 giugno: insediamento delle commissioni alle ore 8:30.
  • 18 giugno: prima prova scritta nazionale (italiano).
  • 19 giugno: seconda prova scritta.
  • Seguiranno i colloqui orali, calendarizzati a livello locale, dopo la riunione plenaria.

Le commissioni sono miste, composte da:

  • 3 commissari esterni
  • 3 commissari interni
  • 1 presidente esterno

Ogni commissione esamina due classi, anche appartenenti a istituti diversi. Il 16 giugno, durante la riunione plenaria, vengono definiti:

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha pubblicato l’ordinanza con cui vengono stabilite le date ufficiali relative al calendario scolastico nazionale per l’anno 2025/2026, comprese le festività riconosciute su tutto il territorio e le scadenze degli esami di Stato.

La prima prova scritta dell’esame di maturità è fissata per giovedì 18 giugno 2026 alle ore 8.30. La prova suppletiva si svolgerà mercoledì 1° luglio 2026.

Per gli studenti delle scuole secondarie di primo grado, l’esame di Stato si svolgerà tra la fine delle lezioni e il 30 giugno 2026, secondo i calendari definiti dalle singole scuole.

Anche per gli adulti iscritti ai Centri provinciali per l’istruzione degli adulti (CPIA) sono previste due modalità di svolgimento degli esami: la sessione ordinaria si terrà entro la fine dell’anno scolastico, mentre per chi ha concluso un percorso personalizzato entro il mese di febbraio 2026 è prevista una sessione straordinaria, da svolgersi nel periodo compreso tra il 2 febbraio e il 16 marzo.

L’ordinanza conferma infine le festività nazionali per il prossimo anno scolastico, tra cui il 1° novembre, l’8 dicembre, il 25 e 26 dicembre, il 1° gennaio, il 25 aprile, il 1° maggio, il 2 giugno, oltre alle domeniche e alla festa del Santo Patrono. L’inizio e la fine delle lezioni restano di competenza delle Regioni.

 

 

Le misure relative al taglio del cuneo fiscale sono attribuite dal servizio NOIPA. Possibilità di rinuncia per i dipendenti non interessati

Maria Rosaria Tosiani

Per cuneo fiscale si intende la somma delle imposte (dirette, indirette o sotto forma di contributi previdenziali) che pesano sul costo del lavoro, sia per quanto riguarda i datori di lavoro, sia per quanto riguarda i redditi dei lavoratori, dipendenti e autonomi.

Detto in maniera ancora più semplice: è la differenza tra quanto un dipendente costa all’azienda che lo assume e quanto lo stesso dipendente incassa, al netto delle tasse, in busta paga.

La legge 30/12/2024 n. 207 ha previsto il cd. taglio del cuneo fiscale che consiste nell’erogazione, da parte del datore di lavoro, di uno dei seguenti benefici fiscali da attribuire ai dipendenti in base al reddito complessivo annuo:

L'INFORMAZIONE IN BREVE

Regolamento ANAC n. 126/2025 che disciplina l'accertamento dei requisiti e l'irrogazione delle sanzioni sulla qualificazione delle stazione appaltanti

Invio dei verbali delle elezioni RSU all'ARAN

Piattaforma Scuola Futura: creata nuova sezione “Risorse Didattiche”

La verifica della progettazione non può essere fatta da chi ha svolto il progetto

Il rinnovo del contratto è consentito soltanto se disposto prima della scadenza del contratto originario

Il Garante privacy di no alla geolocalizzazione dei dipendenti

Pubblicata una guida dell'INPS su diritti e tutele per le malattie oncologiche

Con il nuovo numero di Dirigere la scuola  Antonietta Di Martino e Paolo Pieri ci propongono l’analisi del “ Il nuovo Accordo Stato Regioni sulla formazione per la salute e sicurezza dei lavoratori e dei luoghi di lavoro pubblica
to nella Gazzetta ufficiale n. 119 del 24 maggio 2025”. Questo accordo sancisce l’obbligo della formazione per i dirigenti scolastici in qualità di datori di lavoro in materia di salute e sicurezza. Il nuovo accordo prevede che i datori di
lavoro possano organizzare direttamente i corsi di formazione sulla sicurezza nei confronti dei propri lavoratori, preposti e dirigenti, rivestendo il ruolo di soggetto formatore. Quindi, le Istituzioni scolastiche possono organizzare tali corsi per il proprio personale e per gli studenti, ed i Dirigenti Scolastici, nella loro qualità di ‘datori di lavoro’, possono scegliere di svolgere il ruolo di ‘soggetto formatore’ o di affidarlo all’esterno.

La Casa Editrice Euroedizioni Torino organizza un corso in video conferenza sincrona sulla sicurezza per i datori di lavoro del comparto scuola in confor mità all’obbligo previsto dal nuovo Accordo Stato/Regioni del 17 aprile 2025. Il corso avrà la durata di 16 ore. Sono previste 2 lezioni di 2 ore e 4 lezioni di 3 ore. Il corso si svolgerà con l’inizio del prossimo anno scolastico e le date saranno calendarizzate nei mesi di ottobre/novembre. Le lezioni saranno tenute dalla D.ssa Antonietta Di Martino e Ing. Paolo Pieri.  La quota di partecipazione al corso è stabilita in 200,00 euro. Nel costo del corso è compreso il rilascio dell’Attestato a norma di legge, una copia del manuale a cura di Di Martino e Pieri: SALUTE e SICUREZZA nella SCUOLA - Guida tecnica e strumento per adempiere agli obblighi e organizzare la sicurezza Euroedizioni Torino 2023, in più l’accesso alla modulistica in forma to digitale collegandosi al sito www.euroedizioni.it/modulistica-sicurezza.Per iscriversi è sufficiente inviare a direttore@euroedizioni.it i propri dati (nome, cognome, scuola di servizio e indirizzo mail). A coloro che effettueranno l’iscri zione sarà inviato il link di collegamento al webinar. • Bonifico: CODICE IBAN IT85 D07601 01000 000035368109 • Buono Carta del docente Inviare copia della ricevuta di pagamento via mail a direttore@euroedizioni.it Per le scuole se desiderano la fattura inviare ordine con codice CIG e UNIVOCO Per ragioni organizzative saranno accettate le prime 50 iscrizioni. Per ogni altro chiarimento inviare una email a direttore@euroedizioni.it

PROGRAMMA

Trent’anni dopo il Testo unico sull’istruzione

Editoriale di Anna Armone

Direttore Responsabile

Quarant’anni fa entrava in vigore il Testo Unico delle disposizioni legislative vigenti relative alle scuole di ogni ordine e grado. È stata la legge delega n. 421/1991 a dare il via alla costruzione, da parte del Governo, della raccolta normativa tutt’oggi vigente.

L’intento di fondo è stato, allora, coordinare disposizioni talora contrastanti o di ambigua interpretazione, anche se il Testo unico non riusciva già allora e non riesce ad esaurire la disciplina in materia di istruzione. Infatti, per avere un quadro completo dal punto di vista normativo, è fondamentale considerare le seguenti altre fonti:

le disposizioni relative alla contrattazione nazionale;

la disciplina del pubblico impiego che trova applicazione anche per il personale della scuola;

tutte le norme di fonte secondaria escluse dal Testo Unico;

gli interventi legislativi intervenuti successivamente a regolare la materia scolastica.

Intanto si apriva lo scenario europeo e, con il trattato di Maastricht si fissavano gli obiettivi comuni, tra cui istruzione e formazione. Nell’incontro di Lisbona del 2000, il Consiglio europeo ha riconosciuto che l’Unione si trovava dinanzi a una svolta epocale a causa dalla globalizzazione e dall’economia fondata sulla conoscenza. Partendo da queste premesse, la Commissione Europea ha elaborato un progetto sui traguardi comuni per i diversi sistemi U.E. di istruzione e formazione.

Intanto, in questi trenta anni, nel nostro Paese, è rimasta intatta la struttura portante del sistema. In particolare, il concetto di partecipazione introdotto nel 1974 che ha anticipato uno degli obiettivi attuali della policy complessa della cittadinanza attiva. La partecipazione è stata declinata nella presenza dei genitori nel consiglio di istituto, ma anche nella forma decisionale dei collegi che avrebbe dovuto portare ad un sistema responsabilizzante. Il riconoscimento dell’autonomia decisionale del collegio dei docenti, in particolare, avrebbe dovuto stimolare la professionalità verso una sua declinazione concreta, finalizzata ad una rendicontabililtà seppure interna al gruppo sociale. In questo assetto era prevista la figura dirigenziale di vero primus inter pares, espressione del naturale sviluppo professionale del docente. Il profilo del capo d’istituto emergente dall’art. 396 declina, ancora oggi, l’esercizio equilibrato di poteri di indirizzo e coordinamento, nel rispetto della libertà professionale del docente, singolarmente o nella dimensione collegiale.

Fino al 2000 le cose della scuola sono rimaste ancorate al disegno originario pur con interventi isolati e molecolari. Il Ministro Berlinguer, alla guida dell’Istruzione dal 1996 al 2000, tenta di marcare una discontinuità con la politica degli interventi spezzettati e parziali dei governi precedenti. Pertanto, progetta una riforma dell’intero sistema di istruzione, attuata attraverso la “strategia del mosaico” composta da un insieme organico di interventi normativi capaci di delineare un nuovo percorso di studi che vada dalla scuola dell’infanzia alla secondaria di secondo grado alla formazione post-diploma, all’educazione degli adulti, all’università. Da quel momento si entrerà nel vortice delle riforme legate al cambio di poltrona. L’attribuzione dell’autonomia alle istituzioni scolastiche e la correlata dirigenza conferita ai capi di istituto ha fatto il resto. Il disegno autonomistico, inserito nel più vasto disegno del federalismo a Costituzione invariata, ha perso per strada gli obiettivi e la scuola è rimasta sola nel deserto non solo “bassaniniano” ma anche successivamente nel deserto della post riforma costituzionale del 2003.

In questo scenario la l. 107 ha previsto la “semplificazione e la codificazione delle disposizioni legislative in materia di istruzione” e al comma 181 “la redazione di un testo unico delle disposizioni in materia di istruzione già contenute nel testo unico di cui al decreto legislativo 16 Aprile 1994, n. 297, nonché nelle altre fonti normative”. È stata insediata una commissione di lavoro, articolata in quattro sottocommissioni, a seguito della delega al Governo per la semplificazione e codificazione in materia di istruzione, università, alta formazione artistica, musicale, coreutica e di ricerca. Iniziati i lavori, insediatosi il Governo successivo, i lavori si sono arenati, nel solito deserto dei tartari.

Ma in questo deserto dei tartari la figura dirigenziale è stata caricata delle incombenze che gravano su tutti i dirigenti pubblici, ma con un aggravio davvero paradossale: la considerazione della scuola come una delle amministrazioni pubbliche destinatarie primarie di tutta la normativa generale. E questo perché l’art. 1, comma 2 del d.lgs. 165/2001 la include tra le amministrazioni pubbliche.

La situazione che si è venuta a creare nel corso di questo trentennio è la seguente: un assetto collegiale che, seppure fondato su una funzione definita “consultiva”, condiziona ancora, e tanto, la funzione dirigenziale che, a questo punto, si presenta assai diversa dagli altri dirigenti pubblici di seconda fascia. Il dirigente scolastico, a differenza, o meglio ad integrazione di quanto descritto nell’art. 396 del Testo unico, svolge la funzione datoriale con tutte le incombenze del caso, ma la mansione più importante del datore di lavoro è la gestione del rapporto di lavoro. Nel sistema scolastico, troviamo un caso, unico nella PA, in cui concorrono competenze dell’organo gestionale con quelle di un organo tecnico, il collegio. L’art. 7 del Testo unico è ancora vigente e lascia al collegio dei docenti la competenza relativa ad un atto di gestione fondamentale, il piano delle attività del personale docente. Senza fare alcuna considerazione di merito, come può funzionare un’organizzazione nella quale, successivamente a proposte del consiglio e parere del collegio, l’organo di gestione propone e l’organo tecnico delibera nella materia? Se questo è un aspetto critico emergente dallo sviluppo del sistema e dalla mancanza di una rivisitazione del Testo unico, l’aspetto ancora più critico di questa architettura è la mancanza della possibilità per il dirigente di intervenire sull’esercizio della professionalità docente. Se il disegno partecipativo e garantista del Testo unico, basato peraltro su prerogative costituzionali, è quello ritenuto più funzionale per gli obiettivi del Paese, allora bisogna avere il coraggio di chiarire in modo definitivo la relazione funzionale del dirigente con i singoli docenti. Magari cambiando modello di scuola... ... .

E veniamo al contenuto di questo numero della rivista. In continuità con l’editoriale, Francesco Nuzzaci richiama due sentenze che interpretando le norme di settore riconoscono una serie di poteri dirigenziali, in verità poco coerenti con l’attuale persistente Testo unico, fonte, peraltro, di pari grado al d.lgs. 165/2001. In ogni caso, l’autore ricostruisce uno stato delle cose che risulta coerente con una visione pienamente datoriale della funzione dirigenziale, alternativa, se con contrapposta al modello collegiale e partecipato. Sempre più urgente appare un intervento normativo che chiarisca l’intero quadro dei poteri e delle relazioni interorganiche.

Renato Loiero illustra le politiche nel settore dell’istruzione e della formazione come risposta alla “grande trasformazione” del mercato del lavoro. Richiama i risultati dello studio OCSE Educationat a Glance del 2024 che evidenziano per il nostro Paese (e negli altri Paesi occidentali) dei miglioramenti dei risultati scolastici e delle opportunità nel mercato del lavoro per i giovani adulti a rischio di esclusione. Secondo l’OCSE le ragioni di questi dati positivi sono da attribuire principalmente al miglioramento del mercato del lavoro(in Italia la disoccupazione al 30 agosto 2024 è scesa al 6,2% e il tasso di occupazione è aumentato al 62,2%) e a un maggiore investimento nella spesa pubblica sull’istruzione, compiuto in Italia a partire dalla prima infanzia. Partendo dallo scenario delineato dall’OCSE, il Governo italiano attraverso il primo Piano Strutturale di Bilancio di medio termine (PSB) ha cercato di individuare gli interventi necessari per continuare e consolidare l’andamento positivo che la scuola italiana ha intrapreso negli ultimi anni. Tuttavia, nei prossimi anni, l’Italia intende compiere ulteriori sforzi per raggiungere la media UE e colmare divari territoriali tra Nord e Sud e di genere, nonché, in una visione sistemica, assicurare che il sistema di istruzione e formazione meglio risponda alle sfide delle cosiddette “transizioni gemelle”, digitale e green. Per raggiungere questi obiettivi, il PSB intende mettere in atto diverse linee di azione che perfezionino e amplifichino quanto già avviato con le riforme e gli investimenti del PNRR.

Federico Bizzeti e Patrizia Giorgi affrontano in maniera davvero sistemica il tema dell’orientamento, ma centrando la riflessione sulla valorizzazione dell’autodeterminazione. Seguendo il cambiamento dei modelli internazionali, concludono gli autori, si dovrà assecondare il passaggio a una concezione dell’orientamento sempre più centrato “sulla progressiva responsabilizzazione e consapevolezza del soggetto nello sviluppare capacità di apprendere, orientarsi, costruire e ricostruire una propria identità personale e professionale”.

Alessia De Pasquale affronta un tema davvero contemporaneo, l’etica animale e la possibilità, se non necessità, di inserirla nei programmi di studio. Non esistono a livello europeo delle direttive o delle politiche comuni nel campo dell’educazione all’etica e ai valori, anche se le dimensioni dell’etica e dei valori nella scuola sono implicitamente presenti in numerosi documenti chiave, come componenti essenziali di una società sostenibile, inclusiva e basata sulla conoscenza. In questo contesto, ed in questo momento storico, l’introduzione dell’etica animale nelle scuole emerge come una necessità urgente e benefica. L’autrice propone alcuni approcci artistici per insegnare l’etica animale nelle scuole che possono costituire un metodo efficace e coinvolgente. Peraltro, sembra utile citare un estratto del protocollo d’intesa MIM e Lega Anti Vivisezione che ben sintetizza il pensiero dell’autrice: “Il MIM riconosce, tra i propri obiettivi, quello di avvicinare i giovani ai principi e ai valori dettati dalla Carta costituzionale:

favorisce la corretta attuazione dell’insegnamento trasversale dell’educazione civica e la conseguente revisione dei curricoli di istituto per l’adeguamento alla nuova disposizione normativa;

valorizza l’educazione alla convivenza civile e al rispetto degli esseri viventi, senza distinzioni di specie, quale componente fondamentale del processo educativo dei giovani”.

Francesco Baccolini analizza, in modo compiutamente esaustivo, l’innovazione apportata al codice penale dal Ministro Nordio attraverso l’abolizione del reato di abuso d’ufficio e la contemporanea introduzione dell’art. 314 bis c.p.. La riflessione sulla riforma è tutt’ora in atto, anche a seguito, in particolare, dell’ordinanza del Tribunale di Firenze, depositata in data 24 settembre 2024, che ha rimesso alla Corte Costituzionale la questione di legittimità dell’art. 1, primo comma, lett. b) della legge 114/2024, in riferimento, da un lato, all’art. 97 Cost. e dall’altro, agli articoli 11 e 117, primo comma, della Costituzione, rispetto agli artt. 7, comma 4, 19 e 65, comma 1 della Convenzione di Merida, adottata dall’Assemblea Generale dell’Onu il 31 ottobre 2003, ratificata dall’ordinamento italiano il 9 dicembre 2003 e resa esecutiva con l. 116/2009.

L’articolo di Vanna Monducci esplora le caratteristiche peculiari della formazione VET, acronimo di Vocation Education and Training, un tipo di istruzione e formazione professionale che si concentra sull’apprendimento pratico e sullo sviluppo delle competenze specifiche richieste dal mondo del lavoro. La Commissione Europea promuove in maniera attiva e continuativa l’istruzione e la formazione mettendo a disposizione un fondo di 700 miliardi di Euro per gli anni dal 2021 al 2027 per lo sviluppo del settore, con una forte attenzione a garantire sostenibilità e inclusione. La VET è fortemente promossa in tutta Europa attraverso iniziative come il programma Erasmus+, che sostiene la mobilità per studenti e insegnanti. L’impegno della Commissione Europea si esplica inoltre attraverso il sostegno ai centri di eccellenza professionale (CoVE), veri e propri “ecosistemi di competenze” che rendono l’istruzione e la formazione professionale “fattori abilitanti per la ripresa e giuste transizioni verso le economie digitali e verdi”. In Italia, il sistema VET comprende sia Istituti tecnici e professionali sia percorsi di alta formazione tecnica come gli ITS. Il Ministero dell’Istruzione e del merito ha promosso interventi significativi in questo senso mediante la riforma dell’istruzione tecnico-professionale con il modello della filiera del 4+2, un percorso di quattro anni di scuola superiore e due negli ITS Academy, integrati con esperienze a contatto con le aziende. L’articolo si conclude illustrando un esempio eccellente di progetto CoVE, che ha come capofila l’Italia; il progetto GIVE (Governance for Inclusive Vocational Excellence), un progetto di respiro europeo, volto a sviluppare un modello di formazione professionale eccellente ed inclusiva

Federica Marotta nell’articolo previsto per questo trimestre ha voluto, mediante l’analisi della sentenza n.748/2023 emessa dal T.A.R. Reggio Calabria, approfondire la tematica del progetto individuale, nomenclatura con cui si vuole fare riferimento ad uno strumento attraverso il quale la persona con disabilità, riconosciuta ai sensi dell’art. 3 della L. 104/1992 (o chi la rappresenta) può richiedere una presa in carico globale, che tenga conto dei suoi reali bisogni, desideri e aspettative nei diversi contesti di vita (sanitario, sociale, scolastico, familiare, lavorativo, etc.). Anche perché la normativa in materia si interseca indissolubilmente con il Dlgs 66/17 (attuativo della L.10/2015) rubricato “Norme per la promozione dell’inclusione scolastica degli studenti con disabilità”, nel quale si regolano i rapporti tra il Progetto Individuale e l’inclusione scolastica per i destinatari che frequentano la scuola.

Giancarlo Sacchi fa una disamina critica della formazione iniziale dei docenti, inquadrando la tematica anche alla luce de PNRR. L’analisi è approfondita e analiticamente riportata nei diversi ambiti della formazione del docente. Vengono considerati i ruoli dei diversi soggetti istituzionali preposti all’attività formativa, le logiche accademiche e le nuove figure professionali nella scuola. Un universo complesso e scoordinato che continua a marginalizzare, come risultato, il ruolo e la funzione del docente.

Giuliana Costantini recensisce tre libri che presentano, ognuno a suo modo, profili di interesse per coloro che si occupano di educazione ed istruzione. Il primo libro, di Pierpaolo Perretti, Lo studio. Senso, sconcerto e bellezza, descrive lo sforzo, l’interesse e la volontà di studiare. L’autore, profondo conoscitore del tema, trasmette il suo entusiasmo per la cultura quale necessità di vita, ricordandoci e ricordando di ricordare ai nostri giovani che la conoscenza è soprattutto libertà. Il secondo libro, di Enrico Macioci, L’estate breve, è una storia di adolescenza vissuta in periferia, carica di nostalgia quando, a distanza di anni, il protagonista torna nei luoghi del passato inevitabilmente cambiati. Il terzo libro, di Paolo Rumiz, La rotta per Lepanto, ripercorre la storia offrendo una serie di particolari che riguardano i protagonisti ma anche i simboli.

Vincenzo Palermo propone un primo film della regista Patricia Font “Il maestro che promise il mare”. Il film racconta la biografia di Antonio Benaiges, un maestro elementare catalano, che nel 1935 viene assegnato ad una scuola di un piccolo paesino nella provincia di Burgos. Il giovane insegnante rivoluziona i canoni scolastici dell’epoca implementando un metodo educativo moderno e attento ai bisogni dei bambini, fin quando non viene assassinato dai falangisti durante la guerra civile spagnola, poiché ateo, “rosso” e fuori dai criteri socialmente accettati dal regime. Il secondo film, del regista Amarsaikhan Baljinnyam, racconta la storia di Tulgaa che fa ritorno dopo anni al suo villaggio natale nelle steppe della Mongolia per assistere l’anziano padre malato. Dopo la sua morte, sceglie di restare nella gher paterna fino «al calare dell’ultima luna piena di settembre», per mantenere una promessa fatta al padre. Nel corso della sua permanenza conosce il piccolo Tuntuulei, che vive coi suoi nonni, al quale si affezionerà come a un figlio, interpretando per il bambino la parte del genitore amorevole che a lui è mancato. Ma la data prefissata si avvicina, e Tulgaa si rende conto che gli sono rimasti pochi giorni da passare insieme a Tuntuulei prima del suo ritorno in città. Il terzo film, del regista Guillaume Nicloux, narra di una maternità surrogata. L’ultrasessantenne Joseph, vedovo restauratore di mobili antichi di Bordeaux, riceve la notizia della morte del figlio Emmanuel, rimasto ucciso in un incidente aereo con il compagno Joaquim. Da quel momento la sua missione sarà quella di rintracciare la ragazza - mamma surrogata.

Buon lavoro. X

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