Lo scollamento cronico tra la scuola reale e i decisori politici
Editoriale a cura di Vittorio Venuti
Dovremmo esserci abituati al fatto che la scuola reale e i decisori politici viaggiano su due binari diversi e che le “convergenze parallele” sono costrette più che condivise. Ad ogni mutamento politico, che sia di destra o di sinistra, la scuola viene sottoposta ad una somma di interventi che entrano nello specifico del suo funzionamento introducendo innovazioni che incidono fortemente sia a livello strutturale sia anche sull’impianto didattico, il tutto corroborato dall’annunciata intenzione di produrre/riprodurre una opportuna e risolutoria riforma. Un fermento di notevole spessore etico, quello che si intercetta e non v’è ragione di dubitare che non sia dettato dal reale interesse di dare alla scuola nuovi orientamenti per riscontrare meglio le esigenze di una società in mutamento costante e consentire ai nostri giovani di arricchirsi delle competenze necessarie per un proficuo inserimento nella dinamica di sviluppo e crescita che caratterizzerà sempre più le esigenze del paese.
Alla scuola, quindi, si riconosce di essere al centro degli interessi dei governanti, luogo deputato alla formazione della futura struttura portante del Paese, luogo in cui abita il futuro e gli insegnanti, svolgendo il “lavoro più bello del mondo”, si possono rappresentare come figure mitiche, il tramite che consente la realizzazione stessa delle ambizioni del Paese.
Almeno questa è l’impressione che si ricava dalle parole pronunciate dal Ministro Valditara in occasione della giornata mondiale degli insegnanti, e mai parole hanno reso così giustizia agli insegnanti, da alcuni anni in caduta libera nella stima e considerazione che la società riserva loro.
Il Ministro ha esordito affermando: “Oggi celebriamo in Italia e nel mondo la figura dell’insegnante, autentico professionista della conoscenza”. Il che rappresenta un riconoscimento formidabile, proprio per quanto e come mette in evidenza il valore del sapere degli insegnanti e la responsabilità che hanno nel formare gli studenti e arricchirli di competenze, peraltro corrispondendo al riconoscimento della scuola come “pilastro della crescita civile e sociale” del paese. In conclusione, rivolgendosi direttamente agli insegnanti, il Ministro ha riconosciuto: “Voi avete in mano il lavoro più bello del mondo, quello di dare un futuro ai nostri giovani. Scuola, società e territorio insieme per il futuro”.
Naturalmente, non si possono che apprezzare le parole di ringraziamento così generosamente rivolte agli insegnanti, ma non ci si può trattenere dal fare qualche semplice riflessione: Se così è e si manifesta convintamente, per quale motivo la categoria degli insegnanti è così bistrattata quando si affrontano le questioni economiche? Non sfugge più a nessuno che gli stipendi non consentono neanche uno stile di vita appena dignitoso. Il lavoro degli insegnanti è diventato sempre più complesso e difficile, per molti aspetti e in tante situazioni ai limiti dell’impossibile. È vero, gli insegnanti svolgono una missione eroica nel contesto civile sociale che è andato disegnando, rendendo possibile il riconoscimento della scuola come “pilastro della crescita covile e sociale” del paese, ma siamo sicuri che questo pilastro reggerà ancora? L’anima del pilastro sono gli insegnanti e non si può continuare a far finta di niente e a continuare ad indebolirne il significato e la sostanza.
Gli articoli di questo numero:
Maria Rosaria Tosiani apre il numero con “La redazione del programma annuale 2025” sulla scorta della nota del Ministero n. 36704 del 30 settembre scorso, nella quale si forniscono le indicazioni per la predisposizione del Programma annuale per l’anno 2025 assegnando le risorse finanziarie su cui le scuole possono contare per pianificare le attività da realizzare nel prossimo esercizio finanziario. La redazione di questo fondamentale documento contabile rientra nei compiti del Dirigente scolastico, che, come recita il regolamento di contabilità scolastica (art.5, comma 8), si avvale del supporto e della collaborazione del Direttore sga per la parte economico finanziaria, in quanto responsabile della tenuta delle scritture contabili, da cui bisogna attingere le informazioni per la rilevazione dei dati. In sede di programmazione annuale delle risorse, per decidere la corretta imputazione delle spese occorre preliminarmente definire bene cosa è un progetto e cosa è un’attività, che costituiscono le due macro voci in cui si articola il programma annuale. Il contributo propone uno schema tipo di relazione illustrativa.
Rocco Callà focalizza l’attenzione su “La contrattazione del fondo per il miglioramento dell’offerta formativa anno scolastico 2024/2025” e richiama alla necessità di rifarsi alle norme contenute nel CCNL del comparto scuola 2019/2021, in particolare all’art. 30, che disciplina modalità e materie della contrattazione d’istituto. Responsabile della gestione e della responsabilità delle relazioni sindacali, è importante, sia per il DS sia per le RSU, individuare, nell’ambito dei limiti fissati dalla legge e dalla contrattazione collettiva, lo spazio negoziale, cioè le materie che possono formare oggetto della contrattazione, ricordando che la RSU non è chiamata a contrattare sulle proposte formative, sui piani della didattica di competenza del Collegio dei docenti, sulle attività del PTOF. Lo svolgimento della trattativa è ampiamente illustrato nei diversi punti che la caratterizzano.
Elena Macario Crussi e Roberto Contiero propongono all’attenzione un argomento di cui si parla spesso ma che resta sempre ampiamente sospeso riguardo a cosa e come fare. In “Abuso e maltrattamento di minori: scuola e associazioni sportive e dilettantistiche fra diritto e deontologia”, si forniscono indicazioni su come individuare situazioni di rischio per il minore in due ambienti strettamente connessi tra loro, la scuola e il mondo delle discipline sportive dilettantistiche, parallelamente approfondendo la modalità più opportuna per interessare e coinvolgere gli organi competenti, al fine di tutelarne l’equilibrio e il benessere evolutivo. Dopo aver descritto le caratteristiche e il ruolo delle associazioni sportive e dilettantistiche e quali elementi le legano al mondo della scuola, vengono approfondite le direttive delle nuove Linee guida che regolamentano il comportamento di queste realtà nei casi in oggetto, valutando quando e se esiste un punto di incontro e azione congiunta con la scuola. In conclusione si propongono gli specifici modelli di segnalazione delle situazioni problematiche.
Giacomo Mondelli prospetta l’importanza di “Migliorare la professionalità docente riflettendo sui fondamenti epistemologici delle discipline scolastiche”, a fronte dei deludenti esiti di apprendimento che, ormai da anni, vanno realizzando gli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado. L’analisi del fenomeno porta ad evidenziare l’importanza di trasformare le debolezze dei docenti in obiettivi di miglioramento della qualità formativa della scuola, portandoli a ri-conoscere il senso originario dell’ambito del sapere che, insegnando, sono chiamati quotidianamente a promuovere anche e soprattutto allo scopo di renderne consapevolmente partecipi gli alunni.
Antonietta Di Martino si sofferma su “Sicurezza antincendio: quando industria e scuola si incontrano”, riferendo di un progetto innovativo realizzato da Istituti Tecnici e Professionali del Piemonte, che può essere considerato come un modello di buon allineamento tra l’offerta formativa delle scuole e le richieste del mondo del lavoro e che potrebbe essere sperimentato anche in altri istituti scolastici.
Loredana Garritano richiama l’attenzione su “L’intelligenza artificiale e lo spirito critico degli alunni”, da un lato rilevando che l’uso dei social network sta causando enormi problemi, perché esiste un bombardamento di notizie, spesso non supportate da fonti attendibili e dall’altro evidenziando che gli alunni, per avere familiarità e un’interazione proficua con le tecnologie che avanzano e cambiano continuamente, devono andare al di là delle capacità tecniche di base, che consistono nel sapere semplicemente usare internet, inviare e-mail, usare i social, eccetera. Da qui, il contributo allarga la visuale sulla considerazione che alunni e docenti devono avere a fronte delle potenzialità messe a disposizione dall’intelligenza artificiale.
Mario Di Mauro, per La Scuola in Europa, porta alla riflessione “L’educazione e la scuola tra Cechi e Slovacchi nell’Europa delle indipendenze di oggi”. Decidendo di allargare l’Europa delle comunità ad Oriente, nel 2004 si accolsero ben 9 paesi, tra i quali le repubbliche ceca e slovacca, entrambe cariche di una storia lunga e travagliata, al punto che appare difficile elaborare una visione chiara e netta tra i due paesi. In sintesi, la Cechia e la Slovacchia, che ormai da anni si sono liberate da ogni forma di influenze storiche da parte di paesi dominanti, hanno abbandonato il modello di istruzione segregata e abbracciato quello inclusivo come oggi per ogni paese europeo comunitario. Nel caso di entrambi i paesi, le attività di ‘apprendimento generativo’ vengono progettate per aiutare lo studente ad impegnarsi attivamente con ogni materiale didattico organizzandolo e facendolo integrare con le sue conoscenze sia quelle pre-esistenti in quanto cognitive che quelle scolastiche del primo avvio all’istruzione sistematica.
Stefano Callà, per I Casi della Scuola, sotto il titolo “Molestie sessuali e giusta causa di licenziamento”, commenta l’ordinanza della Corte di Cassazione, Sez. Lav. del 26 settembre 2023, n. 27363. La vicenda giudiziaria si riferisce ad un licenziamento per giusta causa disposto nei confronti di un dipendente, sulla scia di una serie di gravi elementi debitamente contestati, che facevano riferimento a due episodi in particolare: il primo avrebbe configurato sic et simpliciter un’ipotesi di molestie, per essere stato il dipendente accusato di aver palpeggiato una collega durante l’orario di lavoro; nel secondo episodio aveva invece rivolto dei commenti gravemente inopportuni e alla presenza di altri nei confronti di un’altra collega.
Vittorio Venuti, per la rubrica di Psicologia, riflette sulla relazione “Cultura organizzativa e personalità della scuola” evidenziando che occorre abituarsi a pensare all’istituzione scolastica come ad un organismo vivente, che si qualifica per l’aspetto, per la “personalità” che riesce ad esprimere, quindi per il clima che vi si respira e per la cultura che ne fonda e suggestiona il suo stesso operare, progettarsi e riprogettarsi secondo una visione che interpreta il presente in ragione di un’analisi critica in grado di cogliere gli orientamenti formativi etici, morali e sociali che i mutamenti di stato della società vanno determinando. La scuola è un luogo nel quale educazione e istruzione si determinano principalmente per gli incontri relazionali, affettivi, emotivi e culturali progettati ed ispirati dai docenti: incontri e confronti di personalità, dunque.
Vincenzo Casella, per Sportello Assicurativo, presenta il caso: “Alunna cade con gli sci durante una uscita scolastica”. La ricostruzione dei fatti indica come la studentessa, in occasione della gita, fosse accompagnata dal padre. Fu quest’ultimo a portare la figlia sulla pista da sci dove accadde il sinistro, in assenza del docente. Inoltre, nella dinamica dell’evento non veniva determinata né la causa della caduta, né il luogo esatto della stessa. Quale la sentenza della Cassazione e quali le deduzioni dell’agenzia assicurativa? X