
Da un lato il “non parere” del CSPI, dall’altro il “Codice etico”
Editoriale a cura di Vittorio Venuti
Nuove Indicazioni Nazionali 2025: il CSPI palesa le molte criticità ma, contrariamente al suo solito e a quel che sarebbe il suo compito istituzionale, non esprime alcun parere, lasciando le Indicazioni a penzolare nel vuoto. Nella votazione finale, il Consiglio ha ritenuto, a maggioranza, di non pronunciarsi né a favore né contro, rimandando le proprie valutazioni alle osservazioni e proposte contenute nel testo predisposto e inviato al Ministro. Si è verificata, quindi, una situazione anomala che non si può non leggere come un cedimento al MIM dei poteri del CSPI, a giudicare anche delle numerose e pesanti criticità rilevate in buona parte dei contenuti del testo e che disegnano un quadro preoccupante di illegittimità.
Quel che ci si aspetterebbe è che il MIM riesaminasse diligentemente la situazione che si è venuta a creare e tornasse ad analizzare il testo con a fronte i rilievi del CSPI e con la sincera intenzione di rivedere il tutto o, stante le difficoltà che si appaleseranno, di annullarlo.
Intanto, salutiamo con sana curiosità e sincero apprezzamento, l’intenzione del Ministero di produrre il “Codice etico” che conterrà le indicazioni di comportamento del personale scolastico in merito all’uso dei social media. Il codice, si comunica, è già stato sottoposto a una commissione di giuristi e sarà in linea con il già esistente “Codice di comportamento nazionale dei dipendenti pubblici”, già modificato nel 2023, al fine di evitare contestazioni sindacali o in ordine alla libertà di espressione.
Alla luce di alcuni fatti di cronaca recente, sarà interessante comprendere come verrà disegnato l’uso dei social media da parte dei docenti e quale ruolo potranno avere nella comunicazione scolastica.
Intanto, come affermato dalla normativa del 2023, si può ipotizzare che, in quanto dipendenti pubblici, si debbano astenere da commenti o interventi che possano danneggiare il prestigio della PA, che potranno utilizzare l’account istituzionale esclusivamente per attività connesse al lavoro e che l’uso di caselle di posta elettronica personali sarà limitato a casi eccezionali di forza maggiore. Inoltre, si raccomanderà di porre attenzione alla divulgazione di documenti e informazioni, che dovrà essere strettamente correlata alle finalità professionali.
Staremo a vedere.
Gli articoli di questo numero:
Pasquale Annese presenta “Il casus belli del frazionamento artificioso nei progetti FSE/PON/PNRR. 2^ parte”, nel quale affronta un caso concreto di controllo di 1° livello da parte dell’autorità di missione. In particolare, si sofferma sulle controdeduzioni, nelle quali non sono stati rinvenuti elementi tali da escludere l’esistenza dell’irregolarità contestata. Il caso specifico attiene a un istituto alberghiero che, a fronte di un finanziamento complessivo di oltre 200.000 euro, ha suddiviso la fornitura in due macro categorie, in due distinti capitolati tecnici, in due distinte procedure di affidamento diretto, ciascuna al di sotto del limite di 140.000 euro, IVA esclusa.
Antonietta Di Martino e Paolo Pieri trattano dei “Bambini che fuggono dalla scuola: responsabilità e misure preventive” in accordo con gli interrogativi: Cosa succede se un alunno scappa da scuola in orario scolastico? Come può succedere e Come si possono evitare simili episodi? Posto che le responsabilità hanno a che fare con l’obbligo di vigilanza a carico del personale scolastico e vanno valutate caso per caso nelle loro possibili implicazioni civili e penali, nel contributo si approfondisce la questione con il focus sugli aspetti di prevenzione.
Gianluca Dradi pone all’attenzione “Il consenso informato alle attività educative in tema di sessualità” conducendo un’analisi critica del DDL governativo espressamente approdato in Parlamento il 12 giugno scorso. Il testo si compone di tre articoli che, comunque, suscitano alcune perplessità in merito ai temi attinenti all’ambito della sessualità, e alla stessa introduzione del consenso informato in ambito scolastico.
Francesco G. Nuzzaci propone “La controversa questione sulla competenza del dirigente scolastico in materia di azione disciplinare nei confronti dei docenti” traendo molti spunti interessanti da una recente ordinanza della Corte di Cassazione, tali da intercettare interessanti prospettive.
Stefano Callà con incentra il suo intervento su “L’assegnazione del personale docente e del personale ATA ai plessi”, sviluppa una riflessione che prende avvio da un principio giuridico fondamentale sancito dall’art. 29 del DPR n. 686/1957. Questo articolo rappresenta un pilastro del diritto di trasparenza amministrativa, in quanto stabilisce il diritto del dipendente pubblico di prendere visione e copia degli atti che lo riguardano detenuti dalla Pubblica Amministrazione.
Bruno Lorenzo Castrovinci si sofferma su “Abitare il cambiamento. Leadership diffusa e collegialità nel lavoro docente”, un invito a ripensare alla scuola a partire dalla leadership che, in ambito educativo, non è soltanto l’esercizio di un’autorità formale, ma la capacità di influenzare positivamente il sistema attraverso la sua visione.
Marilù Federico interviene con “AI Act ad un passo dalla sua approvazione – la responsabilità delle Istituzioni scolastiche e risk assesment nella tutela dei diritti fondamentali”, richiamando il ruolo dell’Europa per la gestione dell’intelligenza artificiale, che ha come primo obiettivo di proteggere i diritti fondamentali, garantire la trasparenza nei processi decisionali automatizzati, sostenere i valori democratici che costituiscono la spina dorsale della nostra società.
Marta Brentan, trovandoci in prossimità del nuovo anno scolastico, richiama un adempimento che, pur non essendo obbligatorio comunque si verifica con puntualità: “Il passaggio di consegne tra dirigenti scolastici” prassi al fine di circoscrivere gli ambiti di responsabilità relativi alla gestione.
Mario Di Mauro, per La Scuola in Europa, ci fa visitare “La Croazia e i suoi ambienti di apprendimento scolastico”, col rituale interrogativo: Tra educazione e cultura sociale quali i modi della relazione allievo-insegnante tra i paesi comunitari in Europa? Interessante come in Croazia sia attivo dal 2014 il programma denominato ‘Strategia per l’istruzione, la scienza e la tecnologia’, una vera e propria strategia per una società moderna e competente nel fruire insieme di un apprendimento di tipo permanente che sia insieme scientifico e tecnologico ma anche innovativo in senso sistemico.
Vittorio Venuti fa discendere il suo intervento di psicopedagogia da “Primo: insegnare a pensare”, intercettando, senza ombra di dubbio che la scuola debba porsi la didattica del pensare come strategia fondante e trasversale dell’insegnamento. Cosa sarebbero le potenzialità, come anche i talenti di cui ciascuno dispone, se non ci fosse il pensiero, se non si connettessero alla capacità di pensare?
Stefano Callà per la rubrica La scuola nella giurisprudenza in “Il licenziamento disciplinare è illegittimo se i reati commessi prima della costituzione del rapporto di lavoro non sono incompatibili con il permanere del vincolo fiduciario”, alla luce di una recente sentenza della Corte di Cassazione, si sofferma sulla questione su come valutare i reati commessi prima della costituzione del rapporto di lavoro possano incidere sul vincolo fiduciario al fine di decidere sulla permanenza in servizio del lavoratore.
Valentino Donà, per Sportello assicurativo si sofferma su “La colpa grave del dipendente pubblico e profili assicurativi”. Si sente spesso parlare di colpa grave del dipendente pubblico che opera nella scuola. Nel concreto di cosa si tratta? Esiste una polizza assicurativa che copre questo tipo di rischio?