Premio Nazionale Insegnanti. Dal primo luglio le candidature

Dal primo luglio hanno preso il via le candidature per la prima edizione del Premio Nazionale Insegnanti, voluto dal Miur e dal Ministro Stefania Giannini per valorizzare il ruolo dei docenti nella società. Il Premio nasce in collaborazione con il “Global Teacher Prize”, più noto come Nobel degli insegnanti.

“Attraverso il Premio saranno raccolte e raccontate le storie e le esperienze di quegli insegnanti che sono riusciti ad ispirare in modo particolare i loro studenti. Docenti che hanno prodotto cambiamenti significativi all’interno della loro comunità scolastica”, ha dichiarato il Ministro Stefania Giannini. “Tutti abbiamo avuto un insegnante del cuore. Se c’è o c’è stato un docente che ha lasciato il segno nella vostra vita scolastica o in quella dei vostri figli, se avete un collega che secondo voi merita di essere valorizzato, inviateci il suo nome, raccontateci la sua storia - continua il Ministro -. Vogliamo che questa diventi l’occasione per un grande racconto su come i nostri insegnanti incidono positivamente ogni giorno sulla vita delle nuove generazioni, accompagnandole per mano verso un futuro da cittadini attivi e consapevoli”.

La sezione per le candidature è disponibile sul sito www.italianteacherprize.it.

Il premio è destinato a docenti attualmente in servizio presso le scuole di ogni ordine e grado. I tempi di svolgimento saranno coordinati con quelli del Premio internazionale. Da oggi è possibile candidarsi ed essere candidati attraverso il sito www.italianteacherprize.it. La procedura rimarrà aperta fino all’1 ottobre 2016.

Chi vorrà candidare un insegnante dovrà indicarne nome, cognome, istituzione scolastica di appartenenza e allegare una breve motivazione. A quel punto il docente sarà informato via e-mail della candidatura e gli verrà chiesta conferma dell’interesse a partecipare al Premio. Gli insegnanti che aderiranno, a seguito di candidatura da parte di terzi o autocandidatura, dovranno compilare una scheda con dati relativi, fra l’altro, alla loro attività educativa, al contesto in cui operano, ai modelli didattici utilizzati, agli eventuali progetti di internazionalizzazione o inclusione messi in atto, alla partecipazione a convegni o eventi sull’istruzione, alle modalità di utilizzo del premio finale.

La scheda di adesione è composta da una serie di domande a risposta chiusa (sì/no) e da alcune domande a risposta aperta. Una prima scrematura dei profili avverrà sulla base di questi dati e porterà ad una lista di 50 finalisti, a cui sarà chiesto di fornire ulteriori informazioni per comprendere più a fondo l’attività che svolgono nella loro scuola. Una Giuria Nazionale, composta da personalità di spicco provenienti da mondi rappresentativi della società italiana, provvederà a indicare i 5 vincitori. La Giuria sarà individuata dal Ministro Giannini.

Al primo degli insegnanti scelti fra i finalisti andrà un premio pari a 50.000 euro, gli altri quattro riceveranno 30.000 euro ciascuno. Il premio in denaro verrà assegnato alle scuole dei docenti vincitori per la realizzazione di attività e progetti promossi e coordinati dagli insegnanti premiati. Il vincitore del Premio Nazionale Insegnanti sarà valutato dal comitato del Global Teacher Prize al fine del possibile inserimento fra i 50 finalisti mondiali. Tutti i docenti italiani potranno comunque partecipare direttamente all’Edizione Mondiale anche se non hanno aderito al Premio Nazionale.

Il precedente comunicato: http://hubmiur.pubblica.istruzione.it/web/ministero/cs290516

Referendum anti “Buona Scuola”: raccolte due milioni di firme

Sono già state raccolte due milioni di firme per cassare la riforma de “La Buona Scuola", ma i promotori hanno deciso di posticipare di qualche giorno la decisione sulla consegna delle firme in Cassazione, inizialmente prevista per martedì 5 luglio. La soglia minima di 500.000 firme a quesito, infatti,  non garantisce margini di sicurezza, perché - come spiega il comitato organizzatore -  una parte dei moduli arrivati presenta degli errori formali, quali la non certificazione o la mancata autenticazione.

Gran Bretagna: lo stile “militare” entra nella scuola

“Commando Joe” è un progetto che si sta diffondendo nelle scuole della Gran Bretagna. Promosso e gestito da ex militari, il programma di “Commando Joe”è diretto agli alunni tra i 6 e i 18 anni ed ha lo scopo di rafforzare il carattere degli studenti incidendo sulla resistenza alla fatica, sulla capacità di reagire alle difficoltà e di gestire frustrazioni e stress. Ordine, disciplina e capacità di lavorare in gruppo sono le linee operative di base, ma si contemplano anche attività artistiche e teatrali, programmi sportivi.

I risultati sinora raggiunti, nelle scuole che hanno aderito, sembrano formidabili. Il Report di “Commando Joe” riferisce di 256 istituti coinvolti: c’è stata una drastica riduzione dei ritardi (meno 53%, l’attenzione in aula è raddoppiata, bullismo e problemi di comportamento ridotti del 68%.

Il governo ha, quindi, deciso di  finanziare altri progetti: ai migliori saranno assegnati da 50mila a 750mila sterline.

A fronte di tutto ciò si registra l’opposizione del segretario generale dell’Unione nazionale degli insegnanti, che ha dichiarato pubblicamente il rafforzamento del carattere e dell’efficienza si può ottenere anche con latri metodi che non siano militareschi.

 

Renzi ammette: sulla scuola si è creata una frattura nel PD

In fine, ad un anno dal varo della riforma La Buona Scuola, il Premier Matteo Renzi ha ammesso che sulla scuola si è creata una frattura all’interno del Pd.

Il capo del governo ha comunque sottolineato che il suo partito ha fatto passi avanti nel gestire il malcontento, che un anno fa portò in piazza oltre 600 mila docenti. Di contro, Roberto Speranza, esponente delle minoranze, ha sollecitato la riapertura di un tavolo di confronto con gli insegnanti ed il mondo della scuola.

Anief: cancellati 102 istituti

In un comunicato, l’Anief riferisce che, dopo che il Miur ha certificato che dal mese di settembre saranno iscritti nei nostri istituti scolastici circa 8.700 studenti in più, e dopo aver saputo che vi saranno 2.020 Ata in meno, “sorprendentemente si è appreso in questi giorni dai dirigenti Miur che con il nuovo anno scolastico, si perderanno ben 51 scuole. Da una lettura più attenta, ci accorgiamo che la perdita arriva a 102 istituti in meno, perché ne spariscono altri 51 cosiddetti ‘sottodimensionati’, i quali scenderanno da 385 a 334. Complessivamente, in pratica, si passerà da 8.382 istituti autonomi dello scorso anno, a 8.281”.

“Quanto sta accadendo è una contraddizione – sostiene Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario organizzativo Confedir – perché prima si dice che la scuola pubblica è nel listino delle priorità di questo Governo e poi  si approva la Buona Scuola, delegando agli istituti un carico di responsabilità sinora mai affidato. Ora, però, in ossequio alla spending review imposta dal Ministero dell’Economia, si decide di comprimere gli alunni in sempre meno scuole, costringendo i presidi a fare i salti mortali per gestirne sempre più spesso due o anche tre a testa, con spesso un totale di dieci-dodici plessi distanti a volte decine di chilometri tra loro”. “Tra l’altro – continua Pacifico -, essendo slittato in autunno il concorso per i nuovi dirigenti, per il quale si profilano altri ricorsi, e avendo dato approvazione ad assumere appena 200 idonei del concorso 2011, considerando pure i pensionamenti, da settembre saranno circa 2mila, uno su quattro, come avevamo preventivato, gli istituti che andranno in reggenza. In questo modo, continueremo ad avere delle scuole abbandonate al loro destino, affidate a vicari sottopagati e a presidi, a loro volta, con stipendi dimezzati rispetto ai colleghi di PA e privato, costretti a vivere alla giornata e a tamponare a distanza le emergenze quotidiane”.

 

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