Aprea: esami di maturità valutano solo conoscenze e non competenze

L’assessore all'Istruzione, Formazione e Lavoro della Regione Lombardia e già sottosegretario dell’ex ministro Letizia Moratti, ha così commentato gli esami di maturitàche ogni anno coinvolgono centinaia di migliaia di studenti:

“Da anni sosteniamo la necessità di insegnare e di apprendere per competenze. Nonostante queste nuove consapevolezze, manteniamo la contraddizione di prove di esami con cui si valutano solo conoscenze, con votazioni molto difformi a seconda dei territori e delle scuole e che, proprio per questo, non sono ritenute attendibili per l'accesso all'università o per l'ingresso nel mondo del lavoro.

Da più parti si è finalmente scoperta l'importanza strategica, nella formazione dei giovani di esperienze di lavoro, industriale o sociale, rilette e interpretate attraverso precise conoscenze critiche. Da sempre noi diciamo che solo da questo processo, può nascere l'innovazione, l'attitudine all'imprenditorialità personale, la ricerca”.

“L'Italia - ha detto ancora Aprea - è l'unico paese dell'occidente, in cui le prove degli esami di Stato sono ancora scelte dal Ministro pro tempore. Constatiamo che, pur di guadagnarne qualche risonanza mediatica e politica a livello nazionale, ogni anno, la tentazione del Ministro di turno è di scegliere prove d'esame culturalmente 'politically correct'. Così è andata anche quest'anno, con l'omaggio ad Eco, la (sbagliata) citazione di Sgarbi sul tema del paesaggio, il retorico titolo ad affetto ("E' il Pil che misura tutto?"), il richiamo agli astronauti Guidoni e Samantha Cristoforetti, la ricorrenza prevedibile dei 70 anni del voto alle donne.

Sembra paradossale che la Repubblica continui a mantenere questo impianto originario pur avendone cambiato nel tempo le forme. Compreso quello che posso rivendicare personalmente, tutti i tentativi di affidare la scelta delle prove d'esame ad organi tecnico-culturali autonomi, magari espressi dalle autonomie delle scuole, sono sempre falliti".

 

 

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