Il Notiziario settimanale Psicologia DIRE, riferisce di una ricerca relativamente agli effetti che il lockdown della scorsa primavera non ha prodotto solo effetti negativi sui bambini: "Nei mesi trascorsi chiusi a casa per colpa della pandemia, i bambini affetti da cefalea hanno visto diminuire gli attacchi di mal di testa grazie soprattutto al calo della tensione scolastica". Lo rileva uno studio condotto su oltre 700 famiglie dall'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù in collaborazione con nove Centri Cefalee italiani. I risultati della ricerca, appena pubblicati sulla rivista scientifica Cephalalgia, organo ufficiale dell'International Headache Society, documentano "l'impatto rilevante di fattori emotivi come ansia e stress sulla frequenza e sull’intensità delle cefalee pediatriche".
Nell'indagine sono state arruolate 707 famiglie con bambini e adolescenti tra i 5 e i 18 anni, con diagnosi di cefalea primaria (emicrania e cefalea tensiva). A genitori e figli è stato somministrato un questionario anonimo che esplorava l'andamento del mal di testa prima e durante il lockdown, le caratteristiche della malattia (frequenza e intensità degli attacchi), le terapie seguite (quali e quanti farmaci), le variazioni dell'umore, degli stili di vita e dell'attività scolastica per valutare l'impatto di questi fattori sulla cefalea.
I RISULTATI L'analisi dei dati ha evidenziato un significativo miglioramento del mal di testa per il 46% dei bambini e dei ragazzi, un peggioramento per il 15%, nessuna variazione di rilievo per il 39%.






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