DIRIGERE LA SCUOLA n. 6/2019
Sospendere l’insegnante, un atto illegittimo e pericoloso
Editoriale di Vittorio Venuti
Il caso dell’insegnante sospesa per due settimane dall’Ufficio Scolastico Provinciale di Palermo per non aver “vigilato”sul lavoro dei suoi studenti quattordicenni, a loro volta colpevoli di aver accostato la promulgazione delle leggi razziali del 1938 ai provvedimenti del decreto Sicurezza a firma del Ministro dell’Interno Matteo Salvini, in un PowerPoint prodotto in occasione della Giornata della Memoria dello scorso 27 gennaio, si è immediatamente rivelato come un boomerang per l’Amministrazione. È apparsa inevitabile la mobilitazione solidale, in favore della docente sanzionata, della gran parte dei docenti in tutto il territorio nazionale, che hanno intercettato una palese violazione di diritti costituzionalmente garantiti e un accanimento fuori misura e fuori luogo contro la collega.
Con il decreto Sblocca cantieri, approvato nelle Commissioni Lavori pubblici e Ambiente del Senato e prossimo al passaggio alle Camere, arriva anche l’obbligo ad installare le telecamere in tutte le aule delle scuole dell’infanzia e in tutte le strutture di assistenza e cura di anziani e disabili. La proposta, portata avanti da Lega, M5S, Pd e Forza Italia, assegna al Ministero dell’Interno una dotazione di 5 milioni per il 2019 e 15 milioni per ciascuno degli anni dal 2020 al 2024 per installare in ogni aula di ogni scuola per l’infanzia di sistemi di videosorveglianza e apparecchiature finalizzate alla conservazione delle immagini. Altrettanti ne vengono stanziati per attrezzare degli stessi strumenti le strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali per anziani e persone con disabilità, a carattere residenziale, semiresidenziale o diurno.
Per FLC CGIL la proposta di installare le telecamere nelle scuole dell’infanzia e nei luoghi di cura, impropriamente collocata nel decreto “Sblocca cantieri” sulle opere pubbliche e approvata ieri in Commissione al Senato, è una risposta sbagliata a un problema mal posto: “La necessità di prevenire episodi di maltrattamenti come quelli di cui spesso è stata data notizia negli ultimi tempi, con un riscontro mediatico peraltro enorme rispetto all’esiguità dei casi, è una priorità e un dovere della comunità degli adulti e del legislatore. Il benessere, la cura e l’accoglienza dei bambini e delle bambine, devono essere garantiti a maggior ragione quando si parla dei luoghi della formazione e dell’educazione, dove risulta inammissibile e ingiustificabile qualsiasi forma di prevaricazione, fisica o psicologica.”
Alla fine, dopo annunci e contro annunci, non si comprende bene quale piega abbia preso la vicenda della professoressa di Palermo sospesa per non aver “vigilato” accortamente sull’operato dei propri studenti quattordicenni, rei di aver accostato, in una ricerca, la promulgazione delle leggi razziali emanate nel 1938 ai provvedimenti del “Decreto Sicurezza” a firma del Ministro dell’Interno Matteo Salvini. Conseguenza del malaccorto comportamento dell’insegnante: sospensione per due settimane dal servizio con stipendio dimezzato, a firma del Direttore Scolastico Provinciale. Altra conseguenza, l’immediata massiccia mobilitazione solidale di gran parte dei docenti in tutto il territorio nazionale, che hanno intercettato una palese violazione di diritti costituzionalmente garantiti e un accanimento fuori misura e fuori luogo contro la collega.
Adesso, in occasione delle Manifestazioni per il XXVII anniversario delle stragi di Capaci e via D’Amelio a Palermo, il Ministro dell’Istruzione, Bussetti, e il Ministro dell’Interno, Salvini, hanno incontrato la prof.ssa sanzionata per un colloquio chiarificatore.
Si sono succeduti tre annunci. Uno di Salvini, che ha preconizzato la revisione del “provvedimento punitivo” e l’immediato ritorno della professoressa “in classe e con lo stipendio” evidenziando di aver assunto l’impegno “ad incontrare gli studenti in aula magna all’apertura del nuovo anno scolastico per parlare anche di sicurezza”.
L’altro annuncio del Ministro Bussetti, che ha informato di come l’azione intrapresa dal Miur non possa rappresentare una smentita di quanto deciso dal provveditore di Palermo, “perché rientra tutto in quelle che sono le regole previste dalle nostre norme”, ma che “i tecnici hanno già individuato e trovato la soluzione per il provvedimento preso nei confronti della professoressa”, di cui, ha detto, sapremo presto informati.
Il terzo annuncio è quello della stessa interessata: “Tornerò a scuola il 27 maggio come previsto, il ministro Bussetti purtroppo ha chiarito anche questo aspetto: non ha potere sulle decisioni prese dal provveditore e c’è un iter che deve essere rispettato. Si sta lavorando ad una soluzione che sia conciliante”.
Commento? Suona strano che un provvedimento ritenuto palesemente ingiusto non possa essere revocato o modificato anche invocando il “re meliusperpensa”, ovvero del “esaminata meglio la questione”, come ha saggiamente ricordato anche il Presidente dell’ANP, Antonello Giannelli, al quale va anche il merito di aver sottolineato come nessun dirigente scolastico avrebbe mai emanato un provvedimento del genere.
Il Consiglio dei Ministri ha approvato, in via preliminare, un importante provvedimento che cambia radicalmente l’approccio alla disabilità con l’intento di porre sempre di più al centro lo studentee le sue necessità. in ambito scolastico. Con l’approvazione delle nuove norme, sussidi, strumenti, metodologie di studio più opportune, saranno decisi, non in modo ‘standard’, in relazione al tipo di disabilità, ma con un Piano didattico individualizzato.
L’intera comunità scolastica sarà coinvolta nei processi di inclusione. Viene rivista la composizione delle commissioni mediche per l’accertamento della condizione di disabilità ai fini dell’inclusione scolastica: saranno sempre presenti, oltre a un medico legale che presiede la Commissione, un medico specialista in pediatria o neuropsichiatria e un medico specializzato nella patologia dell’alunno. Un cambio di passo che punta ad assicurare la presenza di uno specialista nella patologia dell’alunno.
Anche i genitori e, dove possibile, nel caso di maggiorenni, gli stessi alunni con disabilità, potranno partecipare al processo di attribuzione delle misure di sostegno, per superare l’attuale impostazione che prevede una meccanica associazione tra la certificazione data ai sensi della legge 104 e il supporto offerto all’alunno.
Nascono i Gruppi per l’Inclusione Territoriale (GIT), formati su base provinciale, ovvero nuclei di docenti esperti che supporteranno le scuole nella redazione del Piano Educativo Individualizzato (PEI) e nell’uso dei sostegni previsti nel Piano per l’Inclusione. I GIT avranno anche il compito di verificare la congruità della richiesta complessiva dei posti di sostegno che il dirigente scolastico invierà all’Ufficio Scolastico Regionale.
A livello scolastico opererà, invece, il Gruppo di lavoro operativo per l’inclusione, composto dal team dei docenti contitolari o dal consiglio di classe, con la partecipazione dei genitori dell’alunno con disabilità, delle figure professionali specifiche, interne ed esterne all’istituzione scolastica che interagiscono con l’alunno stesso, nonché con il supporto dell’unità di valutazione multidisciplinare e con un rappresentante designato dall’Ente Locale. Il Gruppo di lavoro operativo per l’inclusione avrà il compito di redigere il Piano Educativo Individualizzato, compresa la proposta di quantificazione di ore di sostegno e delle altre misure di sostegno, tenuto conto del profilo di funzionamento dell’alunno.
FARE L'insegnante n.9/2018 - 2019
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