DIRIGERE LA SCUOLA N. 10/2019

Editoriale di Vittorio Venuti - La scuola è la casa in cui abita il futuro, tutti i giorni

L'avvicendarsi dei due governi, dal giallo-verde al giallo-rosso, fa pensare un po’ al gioco del fazzoletto tra ragazzi e di certo non si può dire che la situazione si sia tranquillizzata, tant’è che, a far da garante alla richiesta discontinuità, si pone lo stesso presidente del Consiglio. In questo gioco, dopo l’enigmatica gestione del dicastero dell’Istruzione da parte del Ministro Bussetti, è stato chiamato all’alto incarico il Prof Lorenzo Fioramonti che, del precedente, è stato viceministro con delega all’Accademia. Dopo un ministro proveniente dalla scuola, il testimone passa ad un universitario, il che richiama alla memoria esperienze precedenti di universitari - e non - che, a seguito di una dichiarata ammissione di inadeguata conoscenza del sistema scolastico e di lodevole promessa di studiarne le peculiarità, si sono comunque cimentati in progetti di riforma o scardinamento di parte dell’esistente in forza di orientamenti solo in minima parte dettati da studi, analisi, confronti, ricerca, progettazione innovativa. Per una scuola che è tutta da rifondare, si è preferito operare toccando la periferia dei problemi, bilanciando soluzioni chiaramente di compromesso. La Scuola non è l’Università e non è neanche una propaggine sindacale, così come non può identificarsi come terra di conquista politica, pur se è costretta a rifletterne gli - spesso contraddittori - orientamenti.

Veniamo al Nostro. Il curriculum è indubbiamente interessante: laurea in Filosofia, dottorato di ricerca in Politica comparata ed europea, docente ordinario di Economia Politica presso l’Università di Pretoria e direttore del Centro per lo studio dell’innovazione Governance all’interno dello stesso ateneo, durante il precedente impegno governativo si è posto, fin da subito, l’obiettivo di investire nelle Università a partire da una riforma in grado di tutelare ricercatori e giovani talenti. Militante del M5S, è stato consigliere di Luigi Di Maio e capo politico del Movimento ed eletto alla Camera dei Deputati alle elezioni di marzo 2018.

Da universitario, sembra che sia sua intenzione continuare ad investire nelle Università e nella Ricerca, mentre, per quanto riguarda la scuola primaria e secondaria, vorrebbe introdurre in Italia programmi scolastici ispirati al sistema tedesco e, tra l’altro, varare una manovra che contempli un taglio del numero di alunni presenti in ogni classe così da bloccare il fenomeno delle “classi pollaio”,che non consentono di mantenere standard elevati e sono, peraltro, responsabili di una caduta del livello della qualità formativa.

La premessa, intesa come punto di partenza, pur se ancora appare approssimativa, è apprezzabile, per quanto occorrerà comprendere bene l’architettura che dovrà sorreggerla. Lascia alquanto perplessi la suggestione di come intenda recuperare le risorse per varare tutte le riforme necessarie per aumentare gli stipendi ai docenti e stabilizzare i precari: tassare merendine e bevande zuccherate, e introdurre una tassa sui biglietti aerei aumentandone il prezzo. Il tutto all’insegna dell’idea che un sistema di alimentazione sbagliato o un’attività che inquina (volare), possono essere soggetti ad una piccola tassa per finanziare attività utili, quindi la scuola, e stili di vita sani. Parola di Ministro! Insomma: la creatività al Governo! A noi, più che altro, sembra di ripercorrere la logica del “a saldi invariati”, con la variante che il “quid”per la realizzazione della proposta venga reperito da una tassazione extra, in ogni caso sempre a carico dei cittadini. Come a dire che, alla fine, direttamente o indirettamente, si agisce sempre sul carico fiscale e sul modo di trasferire soldi dai contribuenti allo Stato. Certo, l’idea stessa che la scuola debba trarre la propria ragione dalla tassazione di merendine e bevande zuccherate risulta un po’ sconvolgente, perché ancora una volta si afferma la precarietà politica che definisce il nostro sistema d’istruzione, per nulla al centro della vitalità del Paese. Su questa scorta, appare alquanto irrealistico l’obiettivo - indubbiamente apprezzabile - di equiparare le retribuzioni italiane a quelle europee.

Resta ancora aperta alle interpretazioni la dichiarazione del Ministro, in occasione di un incontro con la Confindustria a Cernobbio, di un auspicato patto con le imprese, che potrebbe appalesare un ruolo marginale o subordinato della scuola. Insomma, sarà da vedere come si realizzerà la promessa discontinuità con il predecessore Bussetti, una “inversione di tendenza”in quanto avrà “un metodo diverso: lui appoggiava tutte le decisioni del capo di gabinetto, io ascolterò i due sottosegretari e li terrò costantemente informati della mia linea politica”. Una garanzia? Speriamo confortata da buon senso e competenze reali. L’attenzione ai fondi della scuola (dalla tassa su merendine e bibite gassate il Ministro pensa di ricavare 2,5 miliardi) si accompagna all’intenzione di proporre una legge per abrogare, “al secondo consiglio dei Ministri”, la legge sulle impronte digitali per i presidi all’ingresso degli istituti, e ancora l’intenzione di trasformare i test Invalsi per gli studenti della scuola dell’obbligo, che “devono diventare più leggeri e moderni”.In coda, merita un nodo al fazzoletto la promessa - già fatta quando era viceministro - che, se entro Natale non produrrà un miliardo per l’Università, si dimetterà.

Delle improvvisazioni che regnano intorno al Pianeta Scuola è esemplare la vicenda della sperimentazione dell’insegnamento dell’Educazione Civica a partire dall’A.S. 2019/20. In proposito, a seguito del parere negativo espresso dal Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI), Fioramonti, accogliendo le molte criticità evidenziate, ha dichiarato che “sentirò a breve associazioni di dirigenti, docenti e studenti per discutere con loro delle possibilità di avviare una seria programmazione a partire da gennaio 2020 (con tanto di fondi aggiuntivi in Legge di Bilancio) per fare quello che il precedente Ministro non aveva fatto, cioè preparare in modo efficace le scuole nell’ottica dell’introduzione dell’Educazione civica nel settembre 2020, come previsto dalla Legge”. E perché non entrare nel merito della Legge, che riversa sulle scuole ovvietà insieme ad una improvvisata struttura argomentale che ne mortifica la riconosciuta autonomia?

Ribadiamo un concetto espresso molte volte: la Scuola è una cosa seria, ha bisogno di stabilità, sicurezza, sostanziale riconoscimento pubblico e di essere rivista nel profondo. La scuola è la casa in cui abita il futuro, tutti i giorni!

Auguri di buon lavoro al neo Ministro.

 

La rivista si apre con la seconda parte della guida ragionata sui nuovi adempimenti dirigenziali che Pasquale Anneseha elaborato per i vincitori del concorso per dirigenti scolastici in servizio dal 1° settembre: “Otto e venti prima campana, per i 2000 neo dirigenti scolastici”.Nello specifico, con lo stesso taglio operativo del precedente articolo (“Dirigere la Scuola”n. 9) vengono affrontate le seguenti tre macro tematiche: pubblicazione del curriculum vitae e della retribuzione annua su SIDI, MIUR e AMMINISTRAZIONE TRASPARENTE, stipula del contratto assicurativo alunni e nomina dell’RSPP. Il contributo è corredato da apposita modulistica.

Gianluca Dradidibatte di una questione apparentemente banale, ma che ha suscitato qualche lacerazione nell’organizzazione scolastica in merito alla fruizione della mensa:“Dal panino libero a un nuovo paradigma nei rapporti scuola-famiglia”.Sullo sfondo si pone il commento alla recente sentenza della Cassazione, n. 20504 del 30 luglio 2019, nella quale si afferma l’autonomia delle istituzioni scolastiche non solo rispetto alle scelte didattiche ma anche a scelte e metodi potenzialmente idonei ad interferire ed eventualmente contrastare gli indirizzi educativi adottati dalla famiglia.

Con “La messa in atto del Curricolo d’Istituto”, Giacomo Mondelliprosegue la rete di riflessioni e di considerazioni sul curricolo di istituto che, ricorda, non va soltanto costruito ma anche, e soprattutto, attuato, necessariamente, per competenze. La trattazione dell’argomento, che troverà più concreta espressione in un prossimo contributo, prende il via dalle considerazioni sul ruolo delle condizioni per l’attuazione del curricolo all’interno del panorama italiano ed europeo.

“La scuola come organizzazione resiliente”è il titolo del contributo proposto da Michela Lella, che focalizza, da par suo, l’importanza che la scuola sia capace di inglobare le innumerevoli aspettative degli stakeholder sempre più implicati nei processi istituzionali, così da favorire il coinvolgimento ottimale degli attori organizzativi impegnati nella tenuta di un servizio di istruzione e di educazione davvero di qualità.

A seguire uno speciale inserto dedicato a “Salute e sicurezza: le varie accezioni e dimensioni” a cura di Antonietta Di Martino. Si tratta del primo di una serie di inserti che affronteranno il tema della salute e sicurezza nella scuola analizzando i diversi aspetti dell’area normativa/giuridico/organizzativa.

Un’importante novità attende di prendere il via: l’insegnamento di Cittadinanza e Costituzione nella scuola, in programma già per il corrente anno scolastico e rinviata al prossimo, per via dei rilevi negativi fatti dal Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione. Giovanna Stranone tratta in “Cittadinanza e Costituzione: quale leadership scolastica?”riprendendo le novità introdotte dal disegno di legge approvato in via definitiva dal Senato il 1° agosto 2019. Particolarmente delicato appare il ruolo del dirigente scolastico quale leader formativo che indirizza e sostiene la comunità educante, mettendo in campo tutte le strategie adeguate al raggiungimento delle finalità prefissate essendo, l’insegnamento/apprendimento di Cittadinanza e Costituzione, un obiettivo irrinunciabile dell’offerta formativa.

Filippo Cancellieri, con il suo pezzo “Non “parte” l’Educazione civica”, fa il punto sulla situazione in ordine alla vicenda dell’introduzione dell’Educazione civica come materia d’insegnamento a seguito del parere negativo alla sperimentazione espresso dal CSPI (Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione). La sperimentazione avrebbe anticipato al corrente anno scolastico l’introduzione dell’educazione civica nei due cicli di istruzione, in virtù della Legge n. 92, approvata al Senato il 1° agosto 2019.

Argomentando su “L’accordo di contitolarità nel trattamento dei dati personali”, Anna Armonerichiama il dettato del Regolamento Ue 2016/679 - GDPR, la cui colonna portante è la responsabilità dei soggetti attivi, non essendo esclusa la possibilità che in talune circostanze uno o più soggetti possano determinare congiuntamente le finalità e i mezzi del trattamento dei dati.

Per La Scuola in Europa, Mario Di Mauro riflette sulla scelta dell’istruzione parentale, mai scomparsa e sempre poco frequentata, ma che sembra volersi affermare in qualche modo anche da noi. Nel contributo “Come intendere oggi l’homeschooling, solo pratica difensiva o qualcos’altro”,si dà conto di due lavori che ne trattano in modo interessante: uno studio dei proff. Brewer dell’Università della north Georgia e Lubienski dell’Indiana University, e un rapporto ricerca del Fraser Institute di Vancouver, un centro studi canadese, che si occupa di politiche sociali e che da tempo segue il fenomeno in tutto il Nord America.

Fa il suo esodio, in questo numero, lo “sportelloassicurativo”,domande e risposte a cura di Vincenzo Casella, la cui consulenza è gratuita.

Per i Casi della Scuola, Antonio Di Lellosi occupa di“Compensi FIS e bonus premiale” riprendendo il caso di un ISIS, il cui dirigente scolastico respinge, con proprio provvedimento, l’istanza di Accesso civico presentata da una Associazione sindacale e volta ad acquisire il prospetto di liquidazione nominale del bonus premiale, quindi la cifra corrisposta ad ognuno, le motivazioni di base, i criteri stabiliti dal Comitato di Valutazione. Sarà legittimo il diniego opposto dal DS?

Per Appunti di Psicologia, Vittorio Venuti rivolge l’attenzione ai neo dirigenti focalizzando alcuni degli aspetti che si trovano ad affrontare ad inizio d’anno scolastico, in gran parte potendo contare solo sulle teorie apprese dalle materie studiate e, più in particolare, suggerendo strategie comportamentali per arginare i livelli di ansia conseguenti e per valorizzare la propria presenza all’interno dell’istituzione:“La visibilità del DS e l’arte di passeggiare nei corridoi”.

In chiusura la rubrica Giurisprudenza Scolastica a cura dell’attenta e puntuale Rosanna Visocchi. X

 

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