“Storia del vino”, materia obbligatoria nelle scuole superiori?
''Storia e civiltà del vino” potrebbe essere una nuova materia di insegnamento nelle scuole secondarie di secondo grado. Così si prefigge il decreto legge presentato dal senatore Dario Stefano (Sel) della Commissione Agricoltura. La spesa prevista nei sei emendamenti del decreto quantificano una spesa di 12,4 milioni di euro per la programmazione dei corsi annuali, la didattica e la formazione dei docenti. Il progetto, in via sperimentale, potrebbe partire già il prossimo anno nella Puglia e, probabilmente in Veneto.
Siamo d’accordo che “uva e vino” rientrano nella cultura del nostro Paese, ma i dubbi sono molti: in ordine all’istituzione di una materia che non si sa bene da chi potrà essere insegnata ( a meno che già non si pensi all’istituzione di una nuova cattedra, con le conseguenze del caso), in ordine ai testi sui quali dovrebbe essere insegnata, e, ci preme dirlo, in ordine agli stessi studenti che, più una materia sul vino dovrebbero essere maggiormente eruditi sui pericoli del bere, del fumare, del gioco secondo una disciplina che tocchi trasversalmente tutti gli insegnamenti.
Naturalmente, l’iniziativa ha avuto già il plauso del mondo del vino (“Unione italiana vini”, “Assoenologi”) e dal mondo politico che si riconosce nella dichiarazione del senatore Dario Stefano: “È il momento che l'Italia recuperi la sua identità perché il vino fa parte della nostra storia, un elemento da vivere non dal punto di vista tecnico o enologico ma innanzitutto di cultura”.
Voce contraria quella di Andrea Ghiselli, medico, dirigente dell’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (Crea): “Scorretto portare nelle scuole un alimento che costituisce una parte importante del Pil ma anche un potenziale rischio per la salute. Come tutte le bevande alcoliche, il vino è una sostanza cancerogena. L’unico modo per parlarne a dei ragazzini è spiegare che nuoce alla salute”.