In arrivo su www.e-euroedizioni.it i due nuovi manuali di preparazione al concorso docenti 2023 con test di verifica su tutte le materie della Prova Scritta. Completa i manuali una Appendice normativa scaricabile online con apposita password, sulle materie oggetto di esame, che sarà costantemente aggiornata fino al termine del concorso.
Le opere sono l’esito della collaborazione e del confronto assiduo e prolungato degli autori Vittorio Venuti e Giacomo Mondelli.
PRESENTAZIONE
Prepararsi per affrontare un concorso, nello specifico per docenti, è cosa alquanto ardua, che si commisura, sostanzialmente, con le motivazioni che stanno alla base della decisione di farlo, quindi anche con le esperienze e le conoscenze di cui si dispone in merito. Ma non basta! Conta molto la storia che ciascuno ha e i valori di riferimento che l’attraversano; inoltre, conta molto, indubbiamente, anche la gestione dei ricordi dello studente che si è stati e degli insegnanti avuti, comunque da recuperare in maniera critica, primariamente per affermare che “molta acqua è passata sotto i ponti” – fosse anche solo qualche anno – e che oggi è importante assumere, più discretamente, il ruolo di studente che contempla la figura dell’insegnante al quale potrebbe dar vita. Se si vuol fare l’insegnante, è necessario studiare pensando di esserlo, così da attivare una modalità più strettamente pedagogica di farlo: per ogni argomento appare irrinunciabile chiedersi cosa significhi, cosa chiede di sapere e perché lo si ritiene importante per l’insegnante. Occorre, cioè affrontare lo studio pensando che il suo scopo non è informativo ma formativo.
Questo libro, infatti, pur proponendosi come guida che offre gli strumenti per affrontare e, ci si augura, superare il concorso, si propone anche come irrinunciabile strumento formativo, proponendo i contenuti che dovrebbero porsi alla base del fare l’insegnante, oltre, ma comprendendolo, l’orizzonte delle prove concorsuali. Il libro è sostanzialmente un compendio di psicologia, pedagogia, sociologia, legislazione scolastica, che si dispiega sulla storia della scuola italiana, per aprirsi sul suo divenire.
Per meglio entrare nell’atmosfera, che si vorrebbe introducesse allo studio che ciascuno farà, proponiamo due metafore a cui riferirsi: la metafora della spirale e la metafora dell’orizzonte. Entrambe hanno come protagonista il bambino, centro pulsante del discorso scolastico. Al riguardo è corretto precisare che tutti i discorsi, comunque, hanno senso se pongono il bambino o, più genericamente, lo studente al centro.
La metafora della spirale chiede di pensare al bambino già durante il suo concepimento, quando due cellule, insignificanti ciascuna per se stessa, acquistano un potere straordinario unendosi divenendo contenitore di quello che sarà il più straordinario dei progetti: il bambino, con le sue enormi potenzialità di sviluppo. Dopo di che, occorre porre questo bambino, per quanto piccolo, come centro su cui si riverseranno le esperienze dall’esterno, raccolte attraverso i sensi, indirizzate verso il cervello e da qui predisposte alla costruzione della mente, l’organo fantasma che determinerà e accompagnerà la sostanza del vivere dell’individuo. La mente non esiste, non ha corpo, ma abita nel cervello e in tutto l’organismo. Già solo da qui si potrebbero fare riflessioni importanti sulla diversità che, comunque, contraddistingue la vita e la definizione di ciascun individuo per chiedersi come questo possa interessare la scuola.
Lo sviluppo del bambino, quali che saranno le sue peculiarità, accadrà seguendo, idealmente, un percorso spiraliforme e ascensionale, con spire che amplieranno progressivamente il loro raggio in corrispondenza delle esperienze che saranno vissute, elaborate e personalizzate. L’area conica della spirale comprende le aree di sviluppo del bambino, inizialmente fuse insieme in un minuscolo punto e poi sempre più distinte: area psichica, cognitiva, affettiva, psicomotoria, sociale.
Riversando questa immagine nel discorso scolastico, lo studente – bambino o adolescente che sia – dovrebbe essere immaginato sempre come potenzialità in evoluzione continua e con la vocazione, inscritta nelle sue cellule, dell’apprendimento continuo. Non si cresce senza apprendimento!
A questa metafora, conseguentemente, occorre sovrapporre quella dell’orizzonte, come suggestione del sapere che si accumula, delle conoscenze che si trasformano in competenze, della capacità di progettare, generarsi e rigenerarsi abbracciando orizzonti sempre più ampi. Si faccia uno sforzo di immaginazione e si collochi il bambino sopra la montagnola delle sue esperienze, ovvero delle conoscenze che man mano si sommano dentro di lui facendolo crescere come persona che si colloca sempre di più nel mondo, come persona che si autorealizza. Per semplificare, possiamo immaginare le sue conoscenze come un’enciclopedia che abbraccia tutti i suoi saperi, che aumenta di volume continuamente sollevandolo sempre di più. Il suo orizzonte si amplia in ragione del sapere e della conoscenza che gli consentono di comprendere sempre più cose, abbracciare punti di osservazione diversi, andare con lo sguardo sempre un po’ più in là. Il riferimento a Don Milani, al riguardo, potrebbe essere opportuno e consigliamo di incontrarne il pensiero.
La scuola ha questi due compiti: far crescere, in tutti i sensi e nella maniera migliore, l’alunno e aiutarlo ad allargare sempre più il proprio orizzonte, andando molto al di là di ciò che la scuola, come contingenza, possa riuscire a fare. L’insegnante è quindi il tramite perché questo avvenga, perché allo studente si consenta di trapassare le Colonne d’Ercole, laddove finiva il mondo conosciuto, per scoprire ed arricchirsi sempre di più di “altro”.
Crediamo che studiare per un concorso, finalizzato alla carriera di insegnante, non possa fare a meno di porre queste considerazioni alla base dello studio, che, così, assumerà un altro valore alimentando una motivazione sicuramente più importante e pertinente.
In chiusura segnaliamo la suggestione di Paulo Freire, grande pedagogista brasiliano, laddove afferma che l’educazione deve riscontrare la vocazione umana a “essere di più”, abbandonando i legacci dell’educazione depositaria in favore dell’educazione problematizzante, intimamente dialogica, che si esplica nella dimensione relazionale e della comunione. Insegnare, ribadisce Freire, esige che si voglia bene agli alunni, che si abbia la convinzione che tutti possano apprendere e che si comprenda che educare è una forma di intervento sul mondo.
Il libro si compone di tre parti, nelle quali trovano ampio spazio i contenuti richiesti dal bando e tre appendici comprendenti documenti ritenuti importanti per affinare alcuni aspetti della preparazione.
Gli Autori