DIRIGERE LA SCUOLA N.4/2019

15 Marzo 2019, Un venerdì storico contro il cambiamento climatico

Editoriale di Vittorio Venuti

Venerdì 15 marzo abbiamo assistito ad un evento formidabile: migliaia di studenti hanno dato vita, in tutto il Paese, a manifestazioni pacifiche e appassionate in favore del clima. L’aspetto più sorprendente è che all’origine di questo “movimento” ci sia l’agire riservato, saggio e determinato di una mite diciassettenne svedese che già da qualche anno è impegnata a far comprendere ai potenti della terra le loro responsabilità sul degrado sempre più preoccupante del clima, un impegno che l’ha portata, quindicenne, a partecipare alla Conferenza Mondiale sul Clima tenutasi a Katowice, in Polonia, e a dire la sua ai rappresentanti di 196 governi che si erano dati l’impegno di trovare un’intesa per rendere effettivi gli Accordi di Parigi del 2015.

Questo l’esordio di Greta Thunberg, il nome della giovane, alla Conferenza: «Il mio nome è Greta Thunberg, ho 15 anni e vengo dalla Svezia. Molti pensano che la Svezia sia un piccolo Paese e a loro non importa cosa facciamo. Ma io ho imparato che non sei mai troppo piccolo per fare la differenza. Se alcuni ragazzi decidono di manifestare dopo la scuola, immaginate cosa potremmo fare tutti insieme, se solo volessimo veramente».

Poi, rivolta ai Governi, ha continuato: «Per riuscirci dobbiamo parlare chiaramente, anche se può risultare scomodo. Voi parlate di crescita senza fine in riferimento alla green economy perché avete paura di diventare impopolari. Parlate di andare avanti ma con le stesse idee sbagliate che ci hanno portato a tutto questo. Ma a me- ha aggiunto -non importa di risultare impopolare, mi importa della giustizia climatica e di un pianete vivibile. La civiltà viene sacrificata per dare la possibilità a una piccola cerchia di persone di continuare a fare profitti. La nostra biosfera viene sacrificata per far sì che le persone ricche in Paesi come il mio possano vivere nel lusso. Molti soffrono per garantire a pochi di vivere nel lusso». Un vero e proprio atto d’accusa, esposto con la chiarezza che i politici non conoscono e non sopportano.

Da allora, da quel giorno, la garbata Greta, ha messo in moto un piano silenzioso di protesta che ha impressionato l’opinione pubblica suscitando interesse, condivisione e partecipazione:si è posta in sciopero dalla scuola per un “sit in”davanti al Parlamento di Stoccolma per protestare contro l’indifferenza sull’emergenza clima: «Gli adulti stanno sputando sul mio futuro. Se i politici non fanno niente, è mia responsabilità morale fare qualcosa. E poi perché dovrei andare a scuola? I fatti non contano più. Se i politici non ascoltano gli scienziati, perché mai dovrei studiare?».

La ragazza dall’aspetto mite ha la sindrome di Asperger e una capacita oratoria fuori dal comune. Certo questa caratteristica ha colpito l’immaginario di tutti e, incredibilmente ha dato più forza alla sua battaglia, che i media e i social hanno raccolto ed amplificato.

Il risultato? Il 15 marzo 2019 si è svolta la prima grande protesta di massa contro il cambiamento del clima: milioni di giovani in piazza in 1.769 città del mondo, in 208 località in Italia, all’insegna di “Fridays for future”, il movimento globale che si è sviluppato dalla caparbietà di una ragazzina che un venerdì decise di mettersi in sciopero e sedette davanti al Parlamento del suo Paese con un cartello scritto a mano e i volantini fatti in casa. Un giorno, il venerdì, scelto idealmente per rinnovare settimanalmente l’idea dello sciopero. Saranno i giovani a salvare il pianeta?

Vedere le grandi masse di studenti sfilare decisi e vivacemente interessati ha del meraviglioso! Le scuole si sono svuotate e le strade si sono riempite di speranza. Stona solo un po’ la presa di posizione del Ministro Bussetti davanti ad un simile evento, che pure doveva essere valorizzato perché in linea con l’educazione alla cittadinanza attiva che i programmi scolastici sono impegnati a recepire. In molti Paesi le manifestazioni hanno avuto il patrocinio e il benestare dei rispettivi ministeri dell’istruzione, da noi il “Fridays for future” è stato liquidato dal Ministro con un laconico “si andrà a scuola regolarmente”, nonostante l’adesione di tanti docenti e alcuni dirigenti scolastici insieme alle loro scuole.

Alcuni deputati della sinistra norvegese hanno proposto Greta Thunberg per il Nobel per la Pace di quest’anno.

 

Questo numero di Dirigere si apre con un intervento di Anna Armonesu “La Direttiva annuale sull’azione amministrativa e la gestione anno 2019”, che incide anche sulla valutazione dirigenziale, in quanto la inosservanza delle direttive imputabili al dirigente comporta, previa contestazione e ferma restando l’eventuale responsabilità disciplinare secondo la disciplina contenuta nel contratto collettivo, l’impossibilità di rinnovo dello stesso incarico dirigenziale. Nella Direttiva vengono descritte le priorità politiche e definiti gli obiettivi strategici assegnati ai centri di responsabilità amministrativa per ognuno dei quali è previsto un orizzonte temporale generalmente triennale.

Antonio Di Lellopropone la seconda parte de “Le prove d’esame del nuovo Esame di Stato” (prima parte sul n. 3 di Dirigere) fornendo un’ampia e puntuale illustrazione del decreto che le disciplina, soffermandosi anche sui documenti di lavoro elaborati dal Ministero per la preparazione delle tracce della prima prova e per fornire Indicazioni metodologiche e operative per la definizione die quadri di riferimento per la relazione e lo svolgimento delle seconde prove e delle griglie di valutazione per l’attribuzione die punteggi.

L’atteggiamento di alcuni docenti verso gli alunni non sempre qualifica l’azione educativa della scuola, anzi produce effetti devastanti sullo sviluppo emotivo relazionale e cognitivo dei ragazzi. Questo il focus del contributo di Michela Lella che, in“L’atteggiamento educativo e la formazione della persona”stigmatizza quelle situazioni che vedono i docenti protagonisti di comportamenti deontologicamente lontani dal ruolo che hanno e dalla funzione che dovrebbero svolgere. Per contro, vengono suggerite le caratteristiche dell’atteggiamento educativo positivo.

Damiano Verdariprende, in“Imparare attraverso il tinkering”,un tema che aveva proposto qualche tempo fa. Con il termine tinkering si identifica un potenziamento ed un’espansione degli strumenti per agire e, in un certo senso, per giocare con la realtà, che finisce per influire anche sul modo di percepirla, sul modo di pensare.

La predisposizione del conto consuntivo, relativo al 2018 dovrà tener conto delle indicazioni fornite dal nuovo regolamento amministrativo-contabile D.I. n. 129 del 28 agosto 2018, che sostituisce il precedente Regolamento n. 44 del 2001. Ne tratta Angelo Muratore nel contributo “Il consuntivo 2018 tra vecchio e nuovo regolamento”.

Maria Torelliriferisce, in “Invalsi valuta la valutazione”,del rapporto “RAV e dintorni: verso il consolidamento del sistema nazionale di valutazione. Valutare la valutazione”, nel quale sono presentati gli esiti di una approfondita analisi delle procedure sin qui applicate dal SNV per validare l’adeguatezza degli strumenti e degli indicatori del RAV e le procedure di valutazione esterna. Per validarne l’efficacia generale, Invalsi ha condotto uno studio esplorativo su 60 rapporti, cui è seguita un’analisi statisticamente rappresentativa dei RAV di 725 istituti scolastici.

Un documento particolarmente importante per il funzionamento della scuola è il Programma Annuale, che il Consiglio d’Istituto limitatamente a quest’anno ha dovuto approvare entro il 15 marzo 2019, con apposita deliberazione. Per perseguire gli obiettivi del programma annuale spetta al Dirigente scolastico, nell’esercizio dei compiti di gestione definiti dall’art.25 del decreto legislativo n.165/2001 curarne la realizzazione attraverso le fasi delle entrate e delle spese e decidere in ordine alle priorità d’impiego delle risorse. Sandro Valentene tratta ampiamente in“La gestione del programma annuale” analizzandolo in tutti gli aspetti che lo caratterizzano e determinano.

Per la rubrica CPIA, Ada Maurizioargomenta su “I finanziamenti 2019 per i CPIA”, che il MIUR ha quantificato in un milione di euro che, secondo l’articolo 4 del DM 721/18, devono essere finalizzati a sostenere l’implementazione della riforma del sistema di istruzione degli adulti, a quasi quattro anni dall’entrata in vigore

Per La Scuola in Europa, Mario Di Mauro, in “Identità e alterità tra il sociale e l’educativo in Irlanda”ci rende partecipi dell’interessante riflessione in atto in un sistema d’istruzione che si trova a dover superare la distanza tra ciò che si fa fare alla scuola e ciò che si aspettano i giovani dalla scuola, un copione, peraltro, comune anche altrove. L’attuale ministro dell’istruzione irlandese mostra di preferire una politica riflessiva e di consenso, muovendo dalla componente strategica per eccellenza, l’insegnante.

Per Appunti di Psicologia, Vittorio Venutiparla de“Le buone pratiche”, evidenziando le difficoltà di interpretazione del costrutto e rilevando l’importanza di valorizzare in ogni caso il contesto, perché, comunque la buona pratica ha a che fare con il riconoscimento dell’altro e con la costruzione di una relazione positiva e gratificante per gli alunni e per i docenti:nessuna pratica può realizzarsi in ambito educativo se non c’è riconoscimento reciproco e se entrambe le parti interessate non ne ricavano vantaggi.

Per Giurisprudenza del Lavoro, Rosanna Visocchi argomenta sui“Concorsi a dirigente scolastico del 2004 e del 2006”illustrando il pronunciamento del Consiglio di Stato sui requisiti per l’ammissione al corso di formazione previsto dall’art. 1 comma 87 della legge della Buona Scuola. X

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