Il caso della dirigente scolastica fatta oggetto di delinquenziali atti persecutori
Editoriale a cura di Vittorio Venuti
Considerata l’importanza della vicenda che interessa, da ben nove anni, la dott.ssa Maria Antonia Vitale, dirigente Scolastica dell’Istituto “Pacinotti” di Foggia, riteniamo opportuno evidenziarla in apertura di rivista, giacché si configura come una summa sconcertante di atti persecutori e intimidatori, molto più gravi di quanto abbiamo potuto registrare, finora, in merito a minacce e atti di violenza agiti nei confronti dei dirigenti scolastici. Si va declinando un sempre più ostile ed intollerabile comportamento intimidatorio nei confronti del personale scolastico, nel caso specifico raggiungendo plurime forme delinquenziali. Ne parliamo essendo autorizzati a farlo dalla stessa interessata.
Così vengono riportati i fatti dal giornalista Alberto D’Agostino su “Foggia Today” di venerdì 13 luglio 2024.
Clima di terrore al Pacinotti, dirigente vittima di gravi episodi: “Stai attenta, passerai un brutto guaio”.
È l’assurda storia che ci racconta la dirigente scolastica dell’istituto A. Pacinotti di Foggia. Due furti di borsa, il condotto della benzina dell’auto tagliato e le minacce al citofono di casa.
Quello che sta accadendo all’interno dell’Ipsia A. Pacinotti di Foggia ha dell’incredibile. A denunciarlo è la dirigente scolastica Maria Antonia Vitale.
Il suo racconto parte dall’ultimo episodio: la professoressa era a casa da sola - è originaria di Napoli ed è a Foggia solo per lavoro, quindi non ha parenti o amici qui - quando suonano al citofono. Quando risponde, una voce maschile le rivolge una minaccia tutt’altro che velata: “Fai attenzione a quello che fai, passerai un brutto guaio”.
La dirigente, spaventata, ha denunciato tutto ai Carabinieri. Ma questo è solo l’ultimo di alcuni atti che ha subito nel tempo a Foggia.
Ci racconta che per due volte di seguito, le hanno sottratto la borsa dal sedile dell’auto, entrando fisicamente nell’abitacolo e che all’uscita di scuola ha trovato, nella sua auto, un tubo da benzina tagliato.
Atti che potrebbero anche lasciare spazio alla casualità ma l’ultimo è stato - come ci dice anche la stessa dirigente - un atto intimidatorio grave nei suoi confronti.
La Vitale “scagiona” i suoi alunni, sicura che non possa essere stato nessuno di loro ma, paradossalmente, riconduce i fatti ad un clima teso che c’è all’interno degli uffici del suo Istituto.
Ad integrazione del racconto di cui all’articolo, corre l’obbligo di inserire altre gravi azioni, di cui la stessa Vitale ci ha confidato.
Nel segnalarci la persecuzione alla quale è sottoposta da così gran tempo, la dirigente Vitale ha aggiunto un paio di episodi ancora più inquietanti: “Hanno rubato oro nel mio appartamento e hanno incendiato la mia casa”. Ciononostante, si dice convinta che le minacce siano direttamente collegate al lavoro che svolge per l’Istituto, una scuola che ha rivitalizzato e, soprattutto, legalizzato, legalità che prima non c’era e adesso c’è. Originaria della provincia di Napoli, vincitrice del concorso per Dirigenti Scolastici nel 2012, è stata assunta al “Pacinotti” il 1° settembre 2015 e vi ha appena iniziato il suo decimo anno di servizio.
Una situazione molto grave e imbarazzante, che confidiamo possa trovare un epilogo positivo. Nel frattempo, si attende l’arrivo degli spettori ministeriali, che dovrebbero far luce sugli aspetti tecnici e amministrativi della vicenda, mentre le forze dell’ordine si sono attivate indagando sui diversi episodi che hanno tormentato la dirigente.
Estendendo le riflessioni che questa storia suggerisce, si pone evidente l’urgenza di considerare come e quanto il ruolo del dirigente scolastico si sia “complicato” nel tempo e se, questo, dal momento in cui ha indebolito la sua leadership educativa, non ne abbia anche intaccato l’immagine ed il prestigio. Forse sarà anche il caso di rimarcare che, nell’esercizio delle loro funzioni, il dirigente scolastico, gli insegnanti e il DSGA, sono “pubblici ufficiali”.
Gli articoli di questo numero:
Antonietta Di Martino propone “La vigilanza sugli adempimenti del preposto” in particolare precisando gli obblighi del datore di lavoro/dirigente e gli orientamenti giurisprudenziali, e proponendo suggerimenti operativi in merito all’esercizio dell’obbligo di vigilanza. Il contributo offre una disamina del comma 3-bis dell’art. 18 del D.Lgs. n.81/08, focalizzando due punti di attenzione per il datore di lavoro/dirigente: 1) Approfondire la figura, il ruolo e gli obblighi del preposto, oggetto di vigilanza da parte del datore di lavoro/dirigente. 2) Come va esercitata la vigilanza da parte del datore di lavoro, per poter garantire una piena tutela ai lavoratori e soddisfare l’obbligo di legge, prendendo a riferimento gli orientamenti giurisprudenziali sul tema. Molto esplicativa la tabella in cui si prospettano gli obblighi del datore in relazione alla figura del preposto.
Vittorio Trifoglio ci invita ad una riflessione su “La mitigazione del decremento demografico attraverso il contrasto alla dispersione scolastica: strategie di intervento”, a fronte della significativa diminuzione degli alunni nella scuola conseguente al fenomeno demografico che sta interessando molte nazioni sviluppate; una diminuzione che ha comportato una forte riduzione di iscrizioni, con un impatto diretto sulle risorse scolastiche. Eppure, il calo degli iscritti dovrebbe portare in primo piano l’urgenza di affrontare l’annoso problema della dispersione scolastica. Attraverso un uso strategico dei fondi del PNRR e l’implementazione di interventi mirati, è possibile non solo mitigare gli effetti negativi della diminuzione degli alunni, ma anche creare un sistema educativo più inclusivo e resiliente.
Tullio Faia ci introduce alla “Equità valutativa e inoppugnabilità della valutazione nella scuola secondaria di primo grado”, comparando quanto si afferma nelle Indicazioni Nazionali con quanto si contempla nella normativa di riferimento. Si rilevano e si evidenziano i punti di accordo, dando significato alla centralità del Collegio dei docenti, al quale si riconosce il compito di definire le modalità e i criteri per assicurare omogeneità, equità e trasparenza della valutazione nel rispetto della libertà di insegnamento. Fondamentale la sottolineatura dell’autovalutazione come strumento di autoconsapevolezza ed autoefficacia. Un contributo particolarmente interessante, che dovrebbe essere recuperato in ogni scuola per farne oggetto di riflessione comune.
Pasquale Annese istruisce su “Come calcolare la ritenuta del 20% sui compensi PNRR dei dirigenti scolastici: un’ipotesi di calcolo”. Rilevato che gli incarichi aggiuntivi dei dirigenti scolastici inerenti i progetti PNRR, in quanto assunti sulla base di deliberazioni degli OO.CC. per l’attuazione di iniziative e per la realizzazione di programmi specifici con finanziamenti esterni, i compensi rientrano tra quelli di cui al comma 3, dell’art.19 del CCNL 11/04/2006, sono soggetti a regime autorizzatorio, e vengono corrisposti direttamente al dirigente scolastico per l’80% del loro ammontare e, per il restante 20%, versati da parte dell’ente committente (l’istituzione scolastica), direttamente al Fondo nazionale per la retribuzione di posizione e di risultato, e non più ai fondi regionali. Seguono modalità ed esempio di calcolo.
Francesco G. Nuzzaci incentra il contributo su “Le relazioni sindacali d’istituto: la vicenda dell’esclusione della UIL Scuola RUA dalla delegazione di parte sindacale”. A causa della mancata firma del CCNL 2019-2021 nella sua versione integrale e definitiva del 18 gennaio 2024, il giudice monocratico del Tribunale di Roma aveva escluso la UIL Scuola RUA a partecipare alla contrattazione integrativa ai diversi livelli di contrattazione. A seguito del reclamo del MIM e dell’ARAN, unitamente a quattro delle cinque sigle sindacali (CGIL, CISL, SNALS, ANIEF), firmatarie del CCNL, lo stesso Tribunale di Roma ha revocato la predetta ordinanza del primo giudice, fissando all’11 dicembre l’udienza per la discussione nel merito. In ragione di ciò le singole istituzioni scolastiche potranno avviare entro il 15 settembre 2024 le procedure per il rinnovo del contratto integrativo d’istituto e pervenire alla stipula non oltre il 30 novembre, non dovendo rispondere alle eventuali diffide della UIL Scuola RUA.
Pietro Calascibetta in “Julio Velasco e la scuola italiana” trae spunto dal successo della squadra di pallavolo femminile alla recente olimpiade di Parigi per soffermarsi sull’incidenza che le parole, lo stile e i metodi dell’allenatore potrebbero avere nella relazione tra insegnanti e studenti. In una intervista, per spiegare il perché i ragazzi stanno attaccati ore e ore alla console, Velasco fece notare che quando sbagli in un videogioco devi tu stesso trovare il modo di capire come trovare la soluzione per superare l’ostacolo e così salire di livello, riprovando in un modo diverso e imparando dagli errori. Gli studenti passano da una lezione ad un’altra senza rendersi conto che ciascuna rappresenta un livello nel percorso di apprendimento e che quanto imparano in un’unità diventa un prerequisito che serve per affrontare quelle successive.
Cinzia Mion propone “Progettazione a ritroso. Ovvero come fronteggiare le insidie della I.A.”, specificando che, la scoperta che le competenze non scaturiscono come per magia alla fine del percorso tradizionale delle conoscenze e che bisogna progettarle prima, riconosce alla progettazione a ritroso - che pone il suo focus sulla competenza altamente significativa -, di essere, al momento, l’unica adatta a fronteggiare le insidie dell’Intelligenza Artificiale. Significativa la definizione di comprensione profonda: se una conoscenza o un’abilità non diventa lettura e comprensione della realtà, difficilmente si trasformerà in significativa o flessibile o in comprensione profonda. Al contrario, ribadisce Mion, è molto probabile che rimanga astratta, disincarnata, scolastica. Da qui discendono i sei aspetti della comprensione.
Mario Di Mauro, per La Scuola in Europa, pone l’interrogativo: “Vale più il comunicare educativo della scuola o quello del vivere quotidiano con gli altri?” Non semplice contare le lingue che si parlano in un paese e ancora più complicato se si tratta di un continente dato che in Europa la metà della popolazione è bilingue e oltre il 25% addirittura trilingue. Eppure, delle tante lingue storiche d’Europa solo una, l’inglese, è quella che domina incontrastata. La lingua è fondamentale per l’identità umana e parlarne una è parte di ciò che ci rende quello che siamo anche se un monolingue spesso dà per scontata la propria lingua senza avere consapevolezza di come lo modella anche socialmente.
Vittorio Venuti, per Psicologia della gestione, propone “Nella scuola tutti concorrono a definirne il clima organizzativo”, ponendo molto in evidenza l’importanza dello star bene a scuola, condizione irrinunciabile a sostegno di un lavoro che dovrebbe svolgersi in totale sicurezza e serenità, confortato e sostenuto, in parte, dalle considerazioni che ne ha il Ministero e, in parte, dagli stessi docenti e personale ATA, Dirigente Scolastico e DSGA in testa. Da non dimenticare, però il ruolo che hanno anche i genitori. Se è vero che in molti mancano di sensibilità verso l’impegno scolastico arrivando a mettere in discussione il senso di “giustizia” e preparazione professionale dei docenti, purtroppo c’è da rilevare che la scuola ha dimenticato – in questi ultimi anni – di aprirsi a loro, ai genitori, perché imparino il linguaggio della scuola, quindi introducendoli significativamente nell’impianto pedagogico dell’istituto e nella didattica personalizzata che ciascun docente adotta specificamente per la classe di cui ha cura.
Valentino Donà, per Sportello Assicurativo, si sofferma su un originale, ma significativo interrogativo: “Perché le assicurazioni scolastiche costano così poco?”. Vale il principio mutualistico, che si basa sulla probabilità che alcuni eventi negativi (rischi) colpiscano un ridotto numero di soggetti appartenenti a una determinata collettività. Per mutualità assicurativa si intende, quindi, il trasferimento di un rischio individuale su una collettività. Ne deriva che il valore complessivo degli accadimenti negativi viene ripartito tra tutti i partecipanti alla collettività stessa. Ragionevolmente, maggiore è il numero dei soggetti assicurati, inferiore sarà il premio.
Gianluca Dradi, per La Scuola nella Giurisprudenza, sotto il titolo “Annullato il decreto sugli esami integrativi: lede l’autonomia scolastica” commenta la sentenza n. 3250 del 9.04.2024 del Consiglio di Stato. Il caso riguarda una scuola paritaria di secondo grado, che, vistasi revocare la parità perché offriva la possibilità di passare in una classe di diverso corso di studi senza esame integrativo e quindi in violazione del DM 5 dell’8 febbraio 2021, impugnava davanti al TAR Lazio il decreto in parola nella parte in cui - all’art. 4 - stabilisce l’obbligo, per gli studenti che vogliano ottenere il passaggio ad una classe corrispondente di altro percorso, indirizzo, articolazione, opzione di scuola secondaria di secondo grado, di sostenere un esame integrativo.